Il suo avvocato non ci sta: «Corte e giuria influenzate dai media». E chiede un nuovo processo
L'ex agente è stato dichiarato colpevole per l'omicidio di George Floyd lo scorso 20 aprile. Il verdetto sulla condanna è atteso per il 25 giugno.
MINNEAPOLIS - Lo Stato del Minnesota ha chiesto una pena di 30 anni di carcere per l'ex agente di polizia Derek Chauvin, colpevole dell'omicidio di George Floyd.
Chauvin, lo ricordiamo, è stato giudicato colpevole lo scorso 20 aprile di tutti e tre i capi d'accusa per i quali era imputato: omicidio preterintenzionale di secondo grado, omicidio di terzo grado e omicidio colposo di secondo grado. La richiesta di 30 anni si colloca «all'estremo superiore dell'intervallo di pena previsto» e si «giustificherebbe in virtù del profondo impatto che la condotta dell'imputato ha avuto sulla vittima, sulla sua famiglia e sulla comunità», si legge nelle motivazioni dello Stato.
«Un verdetto frutto di un sistema difettoso»
L'avvocato di Chauvin, Eric Nelson, però non ci sta e - riporta la CNN - chiede che il suo assistito possa beneficiare della libertà condizionata, che la sua pena venga considerata come già scontata o che, perlomeno, la condanna sia inferiore a quanto previsto dalle linee guida statali. «Il Signor Chauvin - ha comunicato il suo legale - chiede alla Corte di guardare oltre il suo verdetto», considerando «il suo background e l'assenza di precedenti reati».
Secondo Nelson, il caso del suo assistito è il «prodotto di un sistema difettoso» e il reato commesso da Chauvin è da considerare come «un errore commesso in buona fede, facendo affidamento sulla propria esperienza di agente di polizia e sulla base dell'addestramento ricevuto». In altre parole, conclude, non è stato un atto illegale «commesso intenzionalmente».
La difesa di Chauvin non ha poi omesso di nominare il peso dell'eco mediatica del caso tra le motivazioni che avrebbero, a suo dire, condizionato la giuria e la corte. «È stata come l'esplosione di una bomba», ha riferito nel memorandum Nelson, rinnovando la richiesta di un nuovo processo.
Il verdetto atteso per il 25 giugno
George Floyd, 46 anni, è morto la sera del 25 maggio dello scorso anno durante un arresto. L'ex agente Chauvin lo ha trattenuto al suolo ammanettato, con il suo ginocchio sul collo, per 9 minuti e 29 secondi, nonostante le ripetute richieste di allentare la pressione. «Non riesco a respirare», disse più volte prima di perdere i sensi.
La sentenza sulla condanna è prevista per il prossimo 25 giugno. Dopodiché l'ex agente e i suoi legali avranno 90 giorni di tempo per ricorrere in appello.
Fatelo marcire in cella..
Esito scontato. Così BLM grazie alla sua ipocrisia e malafede ha servito su un piatto d’argento gli elementi per il ricorso!! Per non parlare dei politici democratici che non hanno fatto altro che alzare i toni sulla divisione razziale (e continuano a farlo).....così da creare un ambiente esplosivo attorno a questo processo. Si riempiono la bocca di slogan per la giustizia universale e poi non riescono neanche a garantire lo svolgimento di un processo equo.
Colpevole è colpevole ma c’è un dato di fatto che da una decina di anni chi influenza indirettamente i verdetti sono i media e certi programmi che di garantismo non hanno proprio nulla a che vedere. L’ex procuratore Giudici Luciano nel suo interessante libro ne parla in modo esaustivo.
Esattamente.
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