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In Lombardia per i più bisognosi anche il tampone diventa “sospeso”

Come la spesa, e il caffè e viene fatto da un gruppo di medici di strada: «Bisogna curare anche a chi non ha documenti»
Irene Panighetti
In Lombardia per i più bisognosi anche il tampone diventa “sospeso”
Come la spesa, e il caffè e viene fatto da un gruppo di medici di strada: «Bisogna curare anche a chi non ha documenti»
MILANO - Una medicina territoriale, solidale e universale è possibile: lo dimostra l’iniziativa che dalla fine dello scorso anno a Milano (e non solo) viene portata avanti da Medicina Solidale e Brigata sanitaria soccorso rosso. I due gr...

MILANO - Una medicina territoriale, solidale e universale è possibile: lo dimostra l’iniziativa che dalla fine dello scorso anno a Milano (e non solo) viene portata avanti da Medicina Solidale e Brigata sanitaria soccorso rosso.

I due gruppi di medici, infermieri e volontari allestiscono un tendone nelle piazze per offrire tamponi gratuiti alle persone che vogliono tenere controllato il loro stato di salute ma non ne hanno i mezzi; chi invece può dare un’offerta in denaro mette a disposizione di altri la possibilità, lasciando così il tampone “sospeso”, sul modello della “spesa sospesa” e dell'ancor più noto caffè.

Inizialmente la sede del tendone era in piazza Baiamonti, a Milano, ma poi nei mesi il servizio si è esteso ad altri luoghi periferici e pure al carcere Beccaria. La scorsa settimana l’esperimento è stato messo in atto con successo anche in un parco a Brescia, dove sono stati eseguiti un centinaio di tamponi in un pomeriggio di presenza.

Tendone, personale sanitario ufficiale, volontari, coordinamento con le autorità sanitarie locali: «poche risorse economiche e tanta efficacia nel dare applicazione all’articolo 32 della Costituzione italiana– ha precisato Alessandro Lanzani, medico di Medicina solidale o, come si è definito – da 6 mesi medico di strada.

«La Lombardia ha l’indice di mortalità da Covid del 5,2%, cioè il doppio di quello italiano e il maggiore nel mondo ed è quindi evidente come sia indispensabile garantire davvero a tutti l’accesso al sistema sanitario. Si devono fare tamponi e vaccini e offrire cure anche a chi non ha documenti né medico di base, come i migranti senza permesso o i senza tetto; questo è essenziale per non avere, anche quando e se tutti saremo vaccinati, il rischio di una pandemia di ritorno», continua.

L’esperienza lo scorso gennaio è stata presentata in Senato dove, spiega Lanzani, «ha strappato una mozione vincolante che riconosce l’esperimento come un modello e impegna il governo a favorire la creazione e diffusione di test-point attraverso la semplificazione delle procedure di autorizzazione; a controllare e intervenire per abbassare il prezzo dei tamponi su tutto il territorio nazionale; ad agire concretamente e in tempi rapidi al fine di rendere il tampone una più diffusa abitudine sociale».

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