Bagno di folla al Salone del libro di Torino

Il bilancio con i numeri di questa edizione lo faranno domani la direttrice Annalena Benini, il presidente dell'Associazione Torino.
TORINO - Il week end del Salone del libro di Torino si chiude, come sempre, con un bagno di folla: lunghissime code agli ingressi già un'ora prima dell'apertura, e poi negli stand degli editori, agli incontri con gli autori e le autrici, negli spazi esterni. Una vera fiumana di persone tra i padiglioni del Lingotto Fiere e dell'Oval.
Tutti a caccia di selfie, un po' meno di libri da comprare, anche se non è ancora tempo di bilanci economici. Il clima è quello della festa a cui è difficile mancare e si è disposti a sopportare con pazienza i mezzi pubblici strapieni, i prezzi alti del mangiare, le code ai bagni nonostante quest'anno siano molti di più.
Il bilancio con i numeri di questa edizione lo faranno domani la direttrice Annalena Benini, il presidente dell'Associazione Torino, la Città del libro Silvio Viale, l'amministratore delegato della società Salone Libro, insieme alle istituzioni. Ma già si guarda al futuro. Si tornerà a parlare nei prossimi giorni dello spazio fieristico e degli interventi necessari a livello organizzativo per migliorare ancora di più la fruibilità degli spazi da parte degli editori e dei lettori. Si parlerà anche della cabina di regia e di quella che impropriamente viene chiamata governance.
Un capitolo tornato centrale anche per la possibilità ventilata dal ministro Alessandro Giuli di un maggiore sostegno economico al Salone del libro. "Non è da escludere per niente che il ministero della Cultura assuma un impegno più robusto nei confronti del Salone del Libro", aveva detto in giorno dell'inaugurazione. Oggi la cabina di regia è composta dall'associazione Torino, la Città del libro, dalla Regione attraverso la Fondazione Circolo dei lettori, dal Comune di Torino con la Fondazione per la cultura, mentre non ne fa parte il ministero. Più fondi potrebbero portare a un maggiore coinvolgimento del governo. Un'ipotesi che, secondo la Regione, rafforzerebbe il Salone e lo ancorerebbe in maniera definitiva a Torino, evitando che il governo possa entrare in futuro in eventi simili organizzati altrove. Non si pronuncia il sindaco Stefano Lo Russo perché "non è questo il momento per parlare di futuro, che si affronterà la questione nei prossimi mesi".
Il presidente della Fondazione Circolo dei lettori, Giulio Biino, sottolinea che "la governance del Salone è un esempio virtuoso di coesistenza tra pubblico e privato. Una gestione complessa e non sempre idilliaca, ma la piena consapevolezza da parte di tutti i soggetti coinvolti dalla indispensabile unità di intenti porta a soluzioni talvolta di compromesso, ma sempre utili all'obiettivo che è la migliore riuscita del Salone". L'associazione Torino, la Città del libro ci tiene a chiarire che "il Salone del libro dal 2019 è privato. Abbiamo noi - puntualizza il presidente Silvio Viale - il rischio d'impresa, anche se ha una missione pubblica, è un bene di tutti e lavoriamo con le istituzioni sulla base di progetti". Viale ricorda che con il ministero della Cultura il Salone ha sempre organizzato eventi, "solo in questa edizione 53 appuntamenti dedicati alla promozione della lettura". "La cabina di regia l'abbiamo chiesta noi - osserva - perché non vogliamo decidere da soli sull'utilizzo delle risorse pubbliche, ma non possiamo neanche subire le decisioni perché il rischio d'impresa è nostro".
Oggi i privato mettono tra i 10 e gli 11 milioni di euro, la Regione 1,3 milioni attraverso la Fondazione Circolo dei Lettori, il Comune 750'000 euro attraverso la Fondazione per la Cultura, il Mic 250'000 euro.