Mentre i fedeli piangono Papa Francesco, in Vaticano è in corso lo "scontro" con il cardinale Becciu che rivendica l'ammissione al Collegio
CITTÀ DEL VATICANO - La prima, nerissima, fumata non ha atteso l'inizio del Conclave per mostrarsi. E mentre a San Pietro i primi fedeli - se ne attendono in tutto circa mezzo milione nei prossimi giorni - sono già attesa, questa mattina, di poter dare l'ultimo saluto a Papa Francesco (prima dei funerali che si terranno sabato mattina), c'è un caso che sta già destabilizzando l'elezione del prossimo Pontefice al soglio di Pietro.
Al centro della questione c'è il cardinale Giovanni Angelo Becciu, noto alle cronache degli ultimi anni per lo scandalo immobiliare di Sloane Avenue, a Londra. Fu condannato, in primo grado, nel 2023, ma già nel 2020 - durante le indagini - Francesco ne pretese la rinuncia ai diritti cardinalizi e dall'incarico di prefetto della Congregazione delle cause dei santi, estromettendolo così dal futuro Conclave. Il cardinale sardo però rivendica ora quel diritto: «Richiamandomi all'ultimo Concistoro il Papa ha riconosciuto intatte le mie prerogative cardinalizie in quanto non vi è stata una volontà esplicita di estromettermi dal Conclave né la richiesta di una mia esplicita rinuncia per iscritto».
Riuscirà a far valere le sue ragioni e a entrare nel Conclave? L'ultima parola spetterà al collegio cardinalizio. Il cardinale Pietro Parolin - ora segretario di Stato della Santa Sede, considerato uno tra i favoriti per la successione di Francesco - lo vuole fuori dalla votazione. Se fosse ammesso, il numero degli elettori salirebbe a 136. Una "zona grigia" che aggiunge tensione in un momento di suo già molto delicato.
Discusso ma certamente molto influente, con la sua presenza sotto la Cappella Sistina il porporato sardo costituirebbe indubbiamente un elemento destabilizzante all'interno del Conclave. Benché, secondo gli analisti, Becciu non sembra avere l'intenzione di guidare una fazione all'interno del Sacro Collegio, il suo voto, pesante, potrebbe però influenzare ugualmente gli equilibri tra le varie correnti.
In qualche modo, la decisione della Congregazione Generale segnerà quindi il primo importante crocevia della Chiesa dopo la dipartita di Francesco. Una decisione che, oltre a determinare chi salirà al soglio Petrino, avrà implicazioni anche a livello simbolico e, soprattutto, a quello politico della Curia stessa.