La foto della salma è stata diffusa poco fa dal Vaticano
CITTÀ DEL VATICANO - «Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna, desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura…Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura».
È il passaggio iniziale del testamento di Francesco, redatto nel luglio del 2022. Mentre il Vaticano mostra in questi minuti le prime immagini della salma del Pontefice, vestito con la casula rossa, il pallio e in testa la mitra bianca, dal testamento ancora una volta emerge la sua propensione di vita votata alla modestia e a una missione pastorale rivolta all'aiuto e al sostegno degli indifesi e delle persone più bisognose. Niente sfarzi clericali, niente pomposità cui la Chiesa prima del suo arrivo aveva abituato il mondo cattolico.
«Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale come indicato nell’accluso allegato. Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus».
Lui che ha condotto molte battaglie all'interno dei palazzi del Vaticano per eliminare gli sperperi, ha voluto preoccuparsi che i costi per la sua sepoltura non gravassero sulle casse pubbliche dello Stato vaticano. Le uscite economiche per il funerale saranno attinte dai fondi derivanti da una donazione.
«Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano».
E poi ancora un pensiero per le tante persone che gli si sono strette intorno con sentimenti di affetto, affinché «il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me».
L'attenzione agli altri e la speranza di vedere un mondo non più dilaniato dalle guerre non hanno subìto flessioni nemmeno nei periodi in cui le sue condizioni di salute cominciavano a deteriorarsi: «La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli».