Il presidente nega che il governo abbia permesso la commercializzazione di acque minerali non conformi alle normative
PARIGI - Esplode in Francia, veicolata da alcuni media fra i quali Le Monde e Radio France, una polemica secondo la quale la presidenza della Repubblica e i servizi del primo ministro avrebbero negli anni scorsi ceduto alle pressioni della lobby del gruppo multinazionale Nestlé, consentendo al gruppo stesso di commercializzare nel paese acqua non conforme alle regole rischiosa per la salute e nonostante le raccomandazioni di divieto delle autorità sanitarie.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha seccamente smentito le accuse, affermando che non c'è stata né «intesa» né «connivenza» con Nestlé. All'inizio del 2024, secondo le prime rivelazioni sulla vicenda, Nestlé Waters, filiale del gigante svizzero dell'agroalimentare, aveva ammesso di aver fatto ricorso a sistemi vietati di microfiltrazione per mantenere la "sicurezza alimentare" delle sue acque minerali.
Il gruppo, proprietario in Francia dei marchi Vittel, Contrex, Hépar e Perrier, ha accettato nel settembre 2024 di pagare un'ammenda di 2 milioni di euro per evitare un processo, dopo la denuncia dell'associazione Foodwatch. «Il governo francese avrebbe consentito una frode di dimensioni mondiali» - ha commentato oggi la stessa ONG che chiede un processo che accerti le responsabilità e pronunci sanzioni esemplari.
Citando «scambi di email e note ministeriali», Radio France e Le Monde accusano i servizi della premier di allora, Elisabeth Borne, di aver "privilegiato gli interessi di Nestlé a detrimento dei consumatori" fin dal 2023, accordando al gruppo deroghe sull'utilizzo di microfiltri.
I due media parlano di una nota del 20 gennaio 2023 del direttore generale della Sanità francese, Jérôme Salomon, il quale raccomandava di «sospendere immediatamente l'autorizzazione di utilizzo e condizionamento dell'acqua per i siti di Nestlé nei Vosgi» e di estendere tale divieto «al sito di imbottigliamento di Perrier». Salomon citava a tal proposito un rapporto dell'agenzia nazionale di sicurezza sanitaria sull'uso di microfiltri inferiori a 0,8 micron, in cui si concludeva che l'acqua che ne derivava non era «microbiologicamente sana».
La nota, che sarebbe stata trasmessa al gabinetto della premier, raccomandava di respingere ogni richiesta di deroga a Nestlé, a rischio di un contenzioso con Bruxelles. Ma un mese dopo, i gabinetti della presidenza francese e della premier autorizzarono il sistema di microfiltrazione, secondo Le Monde e Radio France.
Tale autorizzazione sarebbe il frutto di un'opera attiva di lobbying, giunta fino ad organizzare un incontro fra i rappresentanti di Nestlé e Alexis Kohler, segretario generale dell'Eliseo. «Come qualsiasi azienda, la Nestlé dialoga regolarmente con le autorità di tutela sulla sua attività» ha reagito Nestlé, aggiungendo che «le domande inviate a determinate autorità sono tutte dichiarate, quindi pubbliche».