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VATICANOIl Papa, la vita e le dimissioni: «È un'ipotesi lontana»

14.03.24 - 09:30
Il Corriere della Sera anticipa i temi trattati da Francesco nella sua autobiografia
keystone-sda.ch / STF (Alessandra Tarantino)
Fonte Corriere della Sera
Il Papa, la vita e le dimissioni: «È un'ipotesi lontana»
Il Corriere della Sera anticipa i temi trattati da Francesco nella sua autobiografia

CITTÀ DEL VATICANO - La vita di Papa Francesco raccontata dallo stesso Pontefice, insieme al vaticanista Fabio Marchese Ragona. È questo il contenuto dell'autobiografia "Life. La mia storia nella Storia", volume che sarà pubblicato in Europa e America da HarperCollins. Le prime anticipazioni sono state pubblicate giovedì mattina in esclusiva dal Corriere della Sera.

I nonni e il naufragio - Si parte dai ricordi d'infanzia, dal ruolo fondamentale avuto dai nonni nella sua formazione. Specialmente nonna Rosa. «Parlavano piemontese; per questo il piemontese è stata la mia prima lingua madre». Francesco ricorda che i nonni e suo padre Mario avrebbero dovuto imbarcarsi sul piroscafo Principessa Mafalda per raggiungere l'Argentina. Il non aver trovato in tempo i soldi per i biglietti salvò loro la vita: la nave affondò al largo delle coste brasiliane, provocando 300 vittime. Era il 1927.

L'insegnante comunista e la «piccola sbandata» per una donna - Il Papa ricorda la notizia del lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e commenta: «L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è un crimine contro l’uomo, contro la sua dignità e contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. È qualcosa di immorale! Come possiamo ergerci a paladini della pace e della giustizia se poi nel frattempo costruiamo nuove armi da guerra?». Il racconto prosegue con il ricordo di Esther, la sua insegnante comunista, e di una «piccola sbandata» avuta ai tempi del seminario: «Mi trovavo al matrimonio di uno dei miei zii e rimasi abbagliato da una ragazza. Mi fece davvero girare la testa per quanto era bella e intelligente. Per una settimana ebbi la sua immagine sempre nella mente e mi fu difficile riuscire a pregare! Poi per fortuna passò, e dedicai anima e corpo alla mia vocazione».

L'Argentina - Non poteva mancare un passaggio sul golpe in Argentina e sulle accuse rivolte nei confronti di Bergoglio. «Sono continuate fino a poco tempo fa. È stata la vendetta di qualche sinistrino che invece sapeva quanto mi fossi opposto a quelle atrocità…» afferma Francesco. Che considera quell'epoca «un genocidio generazionale». E in merito all'invito del presidente Milei a recarsi in Argentina, spiega di non aver ancora deciso. Il Papa parla della sua passione per il calcio e spiega che non guarda le partite dell'Argentina, per un voto fatto nel 1990 di non vedere più la tv.

I temi cari - Francesco ritorna su alcune tematiche come il sì alle unioni civili per gli omosessuali («È giusto che queste persone che vivono il dono dell’amore possano avere una copertura legale come tutti»), la ferma contrarietà all'aborto («Non mi stancherò mai di dire che è un omicidio, un atto criminale, significa scartare, eliminare una vita umana che non ha colpe)» e la necessità di tutelare il creato: «Il tempo sta per scadere, non ci rimane molto per salvare il pianeta».

Le dimissioni - Francesco parla anche dei suoi nemici e di chi, anche all'interno del Vaticano, avrebbe voluto vederlo morto. Scrive anche del suo predecessore, Joseph Ratzinger, e della sua missione. «Penso che il ministero petrino sia ad vitam e dunque non vedo condizioni per una rinuncia. Le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico, e in quel caso ho già firmato all’inizio del pontificato la lettera con la rinuncia che è depositata in Segreteria di Stato. Se questo dovesse succedere, non mi farei chiamare Papa emerito, ma semplicemente vescovo emerito di Roma, e mi trasferirei a Santa Maria Maggiore per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati». Ma, conclude Francesco, «questa è un’ipotesi lontana, perché davvero non ho motivi talmente seri da farmi pensare a una rinuncia. Qualcuno negli anni forse ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere, ma non c’è questo rischio: grazie al Signore, godo di buona salute e, a Dio piacendo, ci sono molti progetti ancora da realizzare».

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