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ITALIAForza Nuova decapitata, ma non sconfitta: «La rivolta non si ferma»

10.10.21 - 20:33
I militanti del movimento di estrema destra promettono ancora battaglia dopo i disordini di Roma.
keystone-sda.ch (MASSIMO PERCOSSI)
Fonte ats ans
Forza Nuova decapitata, ma non sconfitta: «La rivolta non si ferma»
I militanti del movimento di estrema destra promettono ancora battaglia dopo i disordini di Roma.
Il bilancio della violenta manifestazione di sabato nella capitale italiana è di dodici arresti e seicento persone identificate. Diversi i feriti.

ROMA - I vertici del movimento di Forza Nuova - movimento neofascista - azzerati con una serie di arresti, ma anche seicento "cani sciolti" identificati e l'incessante controllo di ore di video di scontri per individuare altri responsabili.

Il giorno dopo la violenta manifestazione dei 'No Pass' a Roma, i militanti dell'ultradestra e altri violenti pagano il conto dei disordini con dodici persone finite in manette.

Ma, nonostante la risposta delle forze di polizia, l'onda di violenza non si è fermata: dopo i tafferugli in strada e l'assalto alla sede del sindacato Cgil, nella notte a Roma è finito nel mirino anche il Policlinico Umberto I: i medici erano "colpevoli" di aver soccorso un manifestante No Vax ferito, che però si rifiutava di sottoporsi al triage e alle misure di contenimento anti-Covid.

Nell'ennesimo raid una quarantina di manifestanti hanno fatto irruzione nell'ospedale sfondando la porta d'ingresso e un'infermiera è stata ferita alla testa con una bottiglia, con due agenti di polizia rimasti contusi mentre i teppisti seminavano il panico tra i sanitari, che sigillavano i locali per proteggere i pazienti.

Quattro feriti che si aggiungono al bilancio dei 38 agenti delle forze dell'ordine medicati dopo gli scontri in una giornata incandescente, dove lo squadrismo nero di pochi ha innescato la rabbia sociale di gente comune, ristoratori, camionisti, piccoli imprenditori e dipendenti di aziende: molti di loro hanno affrontato a viso aperto (e volto scoperto) «i nemici del popolo», in alcuni casi anche con lanci di bottiglie e slogan da battaglia. Si tratta della maggior parte dei 600 identificati anche provenienti da diverse regioni del Nord, arrivati con pullman organizzati, in minivan o in moto.

I generali del disordine invece, che si aggiravano tra la folla coordinando gruppi di esagitati, sono stati arrestati alcune ore dopo gli scontri. I nomi dei leader di Forza Nuova fermati, Roberto Fiore, Luigi Aronica e Giuliano Castellino, non sono affatto nuovi alle autorità. Aronica, l'ex esponente del movimento neofascista dei Nar, ha già alle spalle 18 anni di carcere per terrorismo. Con loro in manette sono finiti anche ex esponenti del movimento nazifascista 'Militia', decaduto qualche anno fa dopo una serie di arresti.

Per gli episodi di Roma sono finora state arrestate dodici persone, che adesso a vario titolo dovranno rispondere dei reati di danneggiamento aggravato, devastazione e saccheggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Anche il corteo più pacifico di Milano - che ha mandato in tilt il traffico in città - ha un suo bilancio, con una 25enne arrestato per aver colpito un agente e altri 57 denunciati per interruzione di servizio pubblico e violenza privata e, di questi, sei, sono anche accusati d'istigazione a disobbedire alle leggi e per manifestazione non preavvisata.

In tanti adesso invocano la messa al bando di Forza Nuova, ma gli estremisti hanno già lanciato un nuovo avvertimento: «Non è certo arrestando alcuni nostri dirigenti che il sistema impaurito e nervoso potrà fermarlo - scrive in un comunicato Luca Castellini, ultrà del Verona e leader locale del movimento che era tra i manifestanti -. Nemmeno lo scioglimento di Fn potrebbe invertire la rotta di quanto sta avvenendo e avverrà nelle prossime settimane».

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COMMENTI
 

dan007 2 anni fa su tio
Inammissibile violenza gratuita

Cdg 2 anni fa su tio
Questa gente vota per la Meloni o per Salvini. I discorsi di odio, incitamento all'odio, provocano queste reazioni. C'è una chiarissima tendenzia alla violenza dell'elettorato di destra.
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