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MONDO

Superata la soglia di 12 milioni di positivi al coronavirus nel mondo

Gli Stati Uniti hanno superato quota tre milioni
keystone-sda.ch / STR (CHRISTIAN MONTERROSA)
Sono oltre 12 milioni i contagiati dal coronavirus nel mondo.
Fonte Ats Ans
Superata la soglia di 12 milioni di positivi al coronavirus nel mondo
Gli Stati Uniti hanno superato quota tre milioni
BALTIMORA - Il numero delle persone contagiate dal coronavirus nel mondo ha superato i 12 milioni, secondo il bilancio, continuamente aggiornato, della Johns Hopkins University. Poco dopo l'ultimo aggiornamento dei casi in corso, con 55 mila nuovi co...

BALTIMORA - Il numero delle persone contagiate dal coronavirus nel mondo ha superato i 12 milioni, secondo il bilancio, continuamente aggiornato, della Johns Hopkins University.

Poco dopo l'ultimo aggiornamento dei casi in corso, con 55 mila nuovi contagi negli Stati Uniti, il totale mondiale è salito a 12.041.480. Di questi, 549.468 hanno avuto un esito fatale. Per gli Usa la Johns Hopkins University parla di un totale di 3.054.699 contagi e 132.300 morti.

Coronavirus già diffuso negli Usa a febbraio - Il nuovo coronavirus probabilmente si diffondeva ampiamente negli Stati Uniti già a febbraio: il virus potrebbe essere stato importato dalla Cina e da altri Paesi, ma una volta entrato nel territorio americano gran parte della sua diffusione è avvenuta tra Stato e Stato.

È quanto emerge da un modello statistico realizzato da ricercatori della Northeastern University di Boston, secondo quanto riporta la CNN.

«Pensiamo che ci sia stata una diffusa trasmissione di SARS-CoV-2 nel febbraio 2020», si legge nel rapporto preparato dal team di ricercatori e pubblicato sul server MedRxiv. «I nostri risultati indicano che molti Stati sono stati contaminati da fonti interne piuttosto che internazionali», prosegue il rapporto: «Per gran parte degli Stati continentali il principale contributo di infezioni importate è arrivato attraverso i flussi di viaggi interni».

Come è noto, gli USA hanno imposto restrizioni ai viaggi dalla Cina il 31 gennaio, ma secondo il modello dei ricercatori statunitensi questa misura è arrivata troppo tardi. Inoltre, «le importazioni (del virus, ndr) dalla Cina continentale possono essere state rilevanti nel seminare l'epidemia a gennaio, ma dopo hanno svolto un piccolo ruolo nell'espansione del COVID-19 negli Usa».

A livello di Stato, il modello indica che le «fonti interne hanno contribuito per l'85% dell'introduzione del virus in Nebraska, l'86% in Nuovo Messico e in Arkansas e il 95% in North Dakota».

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