Attraverso un breve ritratto della regione del Centro Italia, cerchiamo di capire quale sia la situazione di crisi che sta vivendo l’Abruzzo
LUGANO - Neve, terremoti, slavine e località isolate. A 600 chilometri da noi pare ci si trovi di fronte alla fine del mondo. Le popolazioni già sofferenti dal terremoto della scorsa estate, unite a quelle che scamparono al terremoto dell’Aquila del 2009, stanno vivendo veri e propri giorni d’inferno a causa delle condizioni metereologiche e del rinnovato vigore dello sciame sismico. In queste ore i soccorritori sono impegnati nel forsennato tentativo di raggiungere l’Hotel Rigopiano di Farindola, resort montano colpito da una slavina e completamente isolato. Per meglio comprendere la situazione dell’emergenza abruzzese, cercheremo di spiegare l’Abruzzo per analogie con il Ticino.
Quattro volte noi - Regione centrale dell’Italia, con capoluogo L’Aquila, conta quattro volte più la popolazione del Ticino ed è quattro volte più estesa. Il centro economico e finanziario, come accade tra Bellinzona e Lugano, è però Pescara, città che sfiora i 120mila abitanti. L’Abruzzo però, incastrato tra gli Appennini e l’Adriatico, è un territorio variegato. Le lunghe spiagge della costa, dominate e monopolizzate dagli stabilimenti balneari, fanno da contraltare alle grandi vette della Majella e del Gran Sasso. Dove la neve non è certo una novità, tanto che Roccaraso ha ospitato in più occasioni uno slalom di coppa del mondo.
Traffico e supermercati - Se Pescara è il centro economico della regione, il centro sociale è rappresentato dall’area metropolitana che arriva fino alla città di Chieti, a trenta chilometri. Qui si accumulano posti di lavoro, supermercati e, ovviamente, il traffico. Per srotolare questa zona industriale in Ticino servirebbe l’intero piano di Magadino, che avrebbe però l’aspetto del Pian Scairolo, con tanto di Ikea (anche questa probabilmente quattro volte più grande di quella ospitata nel nostro cantone).
Agricoltura e cibo - Tra mare e montagne, però c’è il vero Abruzzo, vi sono le campagne. Dove uomini e terra, descritti da sempre come forti e gentili, producono alcuni dei prodotti enogastronomici più famosi d’Italia: dallo zafferano della Marsica, al Montepulciano d’Abruzzo, agli arrosticini di pecora, diventati negli ultimi anni un must anche nelle sagre ticinesi. È proprio quella degli agricoltori una delle storie dimenticate di questi giorni. I loro animali, dopo che il terremoto ha distrutto le stalle, sono in questi giorni protagonisti di una strage silenziosa: i loro proprietari si sono rifiutati di abbandonarli, ma i metri di neve fioccati in una settimana rendono vana la vicinanza. È Coldiretti a lanciare l’allarme, migliaia di animali sono già morti e in queste ore, dove mungitura e ricovero sono impossibili, il bilancio non può che aggravarsi.
Le distanze - Com’è possibile che Rigopiano non sia raggiungibile da Farindola da giorni e i soccorritori abbiano impiegato più di una notte per giungere sul posto? Prima di tutto le distanze, anche quelle rispecchiano le diverse proporzioni tra il nostro cantone e la regione italiana. Spesso un comune e l’altro, ma anche una frazione e l’altra, sono separati da molti chilometri. Nel caso specifico, sono dieci quelli che separano il resort e il centro di Farindola.
La neve - Pensare che l’Abruzzo non conosca la neve è un errore. Proprio lo scorso anno tra Capracotta (in Molise) e Pescocostanzo (in Abruzzo) fu stabilito il record mondiale di neve caduta in 24 ore: oltre 2,5 metri. Quest’anno, con precipitazioni analoghe, si somma il fatto che molti mezzi di soccorso e di pulitura delle strade hanno dato la priorità alle zone più interessate dal sisma, aggravando la situazione di molte altre località che si sono trovate isolate.
Comuni isolati - Sono innumerevoli i comuni e le frazioni che si trovano da giorni senza vie di comunicazione, elettricità o acqua. Anche comuni più vicini ai grandi centri come Torrevecchia Teatina che, a dieci minuti di auto da Pescara, si trova senza riscaldamento, acqua o elettricità da domenica. Addirittura la trasmissione “Chi l’ha visto” ha dedicato una serie di collegamenti in diretta da Torrevecchia nella giornata di ieri. Lì ci sono anche molti cittadini che, dopo essersi procurati dei generatori, mettono a disposizione la casa per fare una doccia, scaldarsi o anche solo ricaricare il telefonino.
Rigopiano - È quindi una somma di fattori a spiegare come mai l’Hotel Rigopiano (a 1200 metri di quota sopra il comune di Farindola che è a 500 metri s.l.m) sia così difficile da raggiungere per i soccorritori. Da un lato una situazione, se non di emergenza, di crisi diffusa in tutto l’Abruzzo (anche la sicura Pescara ha dovuto confrontarsi ieri con l’esondazione del fiume Pescara-Aterno), molti dei mezzi di soccorso sono stati impegnati nelle zone più critiche del sisma. E, infine, per raggiungere l’albergo colpito dalla slavina ci si trova a dover percorrere una strada che, per pendenza, curve e tornanti, poco ha da invidiare alla Penudria che divide Gravesano da Arosio o alla strada che da Quinto porta ad Altanca e anche più su.
Il calcio - Infine, Abruzzo e Ticino si trovano accomunati da molte similitudini anche nello sport, con vicende calcistiche che paiono inseguirsi. Il Pescara è stato presieduto da Renzetti e allenato da Zeman e, come il Lugano, è viva nei suoi tifosi la rivalità con la squadra del Chieti: a 30 km su Google Maps, un po’ più distante nel cuore. Formazione, al pari del Bellinzona, che sta cercando di risollevarsi dopo un toccante fallimento.