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COMO. Il mistero del portadocumenti.
Si infittisce il giallo sulla scomparsa da Appiano Gentile di Cayetana Mora Martin avvenuta in luglio. Dopo 5 mesi sarebbe stato trovato il portadocumenti della donna e l'avvocato che difende il marito sospettato di omicidio avrebbe detto alla figlia: "Adesso siamo nella merda. Bisogna distruggerlo".
COMO. Il mistero del portadocumenti.
Si infittisce il giallo sulla scomparsa da Appiano Gentile di Cayetana Mora Martin avvenuta in luglio. Dopo 5 mesi sarebbe stato trovato il portadocumenti della donna e l'avvocato che difende il marito sospettato di omicidio avrebbe detto alla figlia: "Adesso siamo nella merda. Bisogna distruggerlo".
APPIANO GENTILE. A 10 mesi di distanza il giallo della scomparsa di isabell Cayetana Mora Martin resta intatto. Anzi si infittisce sempre di più. E a gettare ulteriore inquietudine su tutta la vicenda la testimonianza resa dalla sorella Nieves alla ...
APPIANO GENTILE. A 10 mesi di distanza il giallo della scomparsa di isabell Cayetana Mora Martin resta intatto. Anzi si infittisce sempre di più. E a gettare ulteriore inquietudine su tutta la vicenda la testimonianza resa dalla sorella Nieves alla trasmissione “Chi l’ha visto?” la donna ha riferito che 5 mesi dopo la scomparsa di Isabell, la figlia della 50enne appianese avrebbe ritrovato il portadocumenti della madre contenente 200.000 lire, la tessera del bancomat, un estratto conto ed altre tessere. Mancava solo la carta di identità. Ma l’aspetto che davvero lascia costernati è il luogo del rinvenimento. Sarebbe stato, infatti, trovato sotto i materassi della camera da letto della villetta dove la donna, di origini spagnole, abitava. Una camera rivoltata come un calzino usato dagli inquirenti nelle prime fasi di indagini quando, anche sulla scorta di una telefonata anonima giunta a fine agosto, la Procura di Como mise sotto inchiesta con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere il marito, Gianfranco Arrigoni. “Come è possibile - si è detta Nieves - che quel portadocumenti si trovasse in quella camera? O le perquisizioni sono state fatte male, oppure - ha aggiunto - lo ha messo qualcuno che frequenta liberamente la casa se non vogliamo credere agli spiriti.” C’è poi un secondo aspetto inquietante: un mese dopo il rinvenimento dell’oggetto la figlia Katia avrebbe ritelefonato in lacrime alla zia Nieves, sostenendo di aver parlato per qualche minuto al telefono con Isabell. “Era agitata e confusa - avrebbe detto Katia alla zia - e che non poteva tornare a casa perché segregata.” Ma torniamo al portadocumenti. Sempre secondo la testimonianza resa dalla sorella della scomparsa, che si dice convinta che la congiunta sia stata ammazzata, Katia avrebbe anche riferito una strana frase che sarebbe stata pronunciata dall’avvocato che cura gli interessi di Gianfranco Arrigoni. Il legale avrebbe detto: “Adesso siamo nella merda. Quei documenti vanno distrutti.” Documenti che, invece, vennero consegnati ai Carabinieri di Appiano Gentile.
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