Italia: morto pittore Pupino Samonà, aveva 82 anni
Dopo sessant'anni vissuti fra Roma e il resto del mondo, nell'estate del 2005, in occasione del proprio ottantesimo compleanno, era tornato a vivere nella sua Palermo, dove era nato nel 1925. Nel 1949 Samona si era trasferito a Roma, dove prese attivamente parte alle esperienze dell'avanguardia romana. Pupino Samonà ha portato avanti una peculiare ricerca che combina arte e scienza, energia creativa e rigore geometrico, in un incessante susseguirsi di tessiture tra sogno e realtà. Nel 2004 Roma gli dedicò una mostra antologica nel complesso del Vittoriano.
Come affermato da Toni Maraini, l'arte di Pupino Samonà occupa un posto speciale nel panorama italiano della seconda metà del '900. A partire dagli anni '70, fagocitato dai meccanismi del mercato, dei media, delle mode e dei simulacri dell'arte, il "Sistema dell'arte" ha funzionato in modo sempre più autoreferenziale, pretendendo gestire imprenditorialmente la memoria storica. Non sorprende pertanto che una figura come Samonà, "artista puro e autentico", eccentrico rispetto a tale stato di cose, sia rimasto inascoltato per molto tempo. Nonostante il fatto che tanti critici - Emilio Villa, Mario Diacono, Renato Pedio, Giuseppe Gatt, Enrico Crispolti, Luigi Marcucci, Achille Bonito-Oliva, Filiberto Menna, e altri ancora - abbiano, nel corso degli anni, scritto su di lui.
La pittura di Samonà è di grande rilevanza per più ragioni. Innanzi tutto, può essere annoverata tra le rare ricerche che, in Italia, hanno indagato ai confini tra arte e scienza senza artifici e tramite la pura materia pittorica. Interessatosi ai nuovi scenari, paradigmi e modelli della fisica molecolare e dell'astrofisica, oltre che alle archetipe questioni sul Cosmo e sull'Energia Vitale, egli ha pazientemente elaborato una pittura che ne rendesse linee di forza, meraviglie e drammaturgie. Nel 2005 la Presidenza del Consiglio assegnò a Samonà il "Premio speciale per la cultura" per la sezione Arte.
ATS




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