Banche: dal 2015 crediti deteriorati tagliati del 39%

Le Non performing exposures del sistema bancario italiano sono in forte miglioramento
MILANO - Le Non performing exposures (Npe) del sistema bancario italiano sono in forte miglioramento: il totale al lordo delle svalutazioni è passato dai 341 miliardi del dicembre 2015 ai 209 miliardi del settembre scorso. Lo afferma uno studio di Ey, il gruppo di Ernst & Young di revisione e organizzazione contabile.
Secondo la ricerca, la gestione degli Utp (Unlikely to pay, uno dei capitoli che con gli Npl formano gli Npe) è diventata una priorità per le banche italiane, con un valore dei crediti incagliati nei bilanci al netto degli accantonamenti di 52 miliardi.
Nel 2018, anche grazie al successo dello schema Gacs sulle cartolarizzazioni, le transazioni annunciate hanno raggiunto un volume di quasi 80 miliardi, con un incremento di quasi il 40% rispetto al 2017.
«Nel corso dell'anno è proseguito l'impegno delle principali autorità europee per la riduzione dello stock di Npe e la definizione di livelli comuni di accantonamento, i cui impatti saranno significativi anche nei prossimi anni», aggiunge Ey.




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