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LUGANOBertoli e Sadis su Bignasca

07.03.13 - 14:42
Sadis:"Il decesso di Giuliano Bignasca mi rattrista". Bertoli: "Ciao Giuliano, ovunque tu sia, sta in pace"
Foto Ti-Press
Bertoli e Sadis su Bignasca
Sadis:"Il decesso di Giuliano Bignasca mi rattrista". Bertoli: "Ciao Giuliano, ovunque tu sia, sta in pace"

BELLINZONA - BELLINZONA - "Il decesso di Giuliano Bignasca, presidente della Lega dei Ticinesi, mi rattrista e il mio pensiero è rivolto ai suoi famigliari ai quali esprimo sentimenti di umana e sincera vicinanza". Così la direttrice del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) Laura Sadis sulla morte di Bignasca.

Nel comunicato della DFE, Laura Sadis spiega che "ognuno si rapporta ai fatti importanti dell’esistenza, sia privata sia pubblica, secondo quanto sinceramente dettano il proprio sentire e il proprio pensare", riferendosi al suo rapporto non sempre facile con Bignasca. La direttrice riconosce che "la politica ticinese perde un attore vivace, con il quale mi sono confrontata onestamente più volte, ma sempre e solo su opzioni per cercare d’interpretare al meglio gli interessi dei cittadini ticinesi: la generosità e l’altruismo sono caratteristiche preziose, anche nel ricordo".

 

BERTOLI - Questo invece il commento che Manuele Bertoli ha lasciato su Facebook: "Ho conosciuto Giuliano Bignasca soprattutto nei 7 anni in cui ho ricoperto la carica di presidente del PS. Persona eccessiva, intelligente, ironica, spregiudicata e a suo modo simpatica, gli piaceva essere al centro dell’attenzione e dare ad intendere a tutti che da lui bisognava passare affinché qualcosa si muovesse. Amava il potere, più per gioco che per un suo uso diretto, tanto che spesso la conquista di posizioni politiche importanti risultava essere per lui il punto finale, non quello iniziale utile a modificare sensibilmente le cose.

Più di una volta gli ho contestato la sua spregiudicatezza, soprattutto nel cavalcare temi a cui non credeva minimamente solo per “incassarne” i dividendi politici; per fare solo un esempio, ricordo una sera a Teleticino quando, fuori onda, definì “una stronzata” l’imminente votazione sulla proibizione dei minareti, sulla quale lui e il Mattino poi camparono per mesi. Più di una volta ci siamo confrontati sui toni intimidatori del Mattino, del tutto inaccettabili da qualsiasi punto di vista. Spregiudicatezza ed eccesso ne facevano un grande comunicatore, ma poi scarseggiavano obiettivi e contenuti politici realistici che gli avrebbero permesso di incidere decisamente di più di quel che è poi stato nella politica ticinese.

 

Su alcuni punti di politica sociale più di una volta abbiamo trovato delle convergenze interessanti, perché a suo modo aveva un’attenzione per chi fa fatica. Credo che una certa tensione sociale nella Lega sarà drasticamente indebolita dopo la sua scomparsa, perché su questi temi, a parte lui, non mi pare vi siano oggi leghisti particolarmente attenti.

Indubbiamente oggi con la sua scomparsa si chiude un capitolo importante della storia politica del Cantone. E allora, indipendentemente dalle differenze e dalle distanze politiche, è giusto rendergli omaggio pubblicamente: ciao Giuliano, ovunque tu sia, sta in pace".

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