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BELLINZONAZali ha attinto dal secondo pilastro... un diritto che Pronzini contesta

06.05.18 - 18:03
Il presidente del governo avrebbe prelevato dal capitale accumulato prima di essere eletto 700mila franchi per comprare una casa
Zali ha attinto dal secondo pilastro... un diritto che Pronzini contesta
Il presidente del governo avrebbe prelevato dal capitale accumulato prima di essere eletto 700mila franchi per comprare una casa

BELLINZONA - Potrebbe essere una seduta molto calda quella di domani in Gran Consiglio. Ma l’identità del ministro che avrebbe prelevato 700mila franchi dal proprio secondo pilastro per acquistare casa non è un segreto di Stato. Si tratta del presidente del governo Claudio Zali, che avrebbe attinto ai contributi versati durante gli anni in cui era alle dipendenze dello Stato come magistrato (e anche, prima di venire eletto giudice, come docente di diritto alla Scuola cantonale di commercio). Oltre vent’anni di carriera precedente il salto in politica, con l’elezione a consigliere di Stato, che gli hanno permesso (visto anche la capitalizzazione piuttosto elevata per i dipendenti pubblici) di accumulare un discreto gruzzolo. Capitale dal quale avrebbe appunto attinto nel momento in cui da ministro ha avuto la garanzia della pensione una volta uscito dalla politica.

Cosa risponderà, se verrà data risposta, all’interpellanza del deputato Mps Matteo Pronzini, che ha sollevato il problema dei privilegi pensionistici dei ministri? Verosimilmente che quei soldi, accantonati prima di diventare consigliere di Stato, facevano parte della sua disponibilità ed era un suo diritto utilizzarli per acquistare casa in Malcantone. Un diritto che però lo stesso Pronzini contesta fermamente: «È un comportamento sfacciato. La legge sulle pensioni dei consiglieri di Stato dice che se un ministro era già alle dipendenze del Cantone ottiene da subito il diritto a una pensione di 150mila franchi. Ma la stessa legge, quale contropartita, dice anche che i versamenti fatti per il periodo precedente vengono incamerati dallo Stato. Oggi invece c'è una situazione malsana in cui i cinque decidono sulle loro retribuzioni». Lasciamoci stupire domani.

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