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Il furto d'auto, la fuga e l'inseguimento a tutta velocità: «La popolazione è stufa»

Ieri, due 18enni magrebini richiedenti asilo seminano il panico in autostrada e un agente resta ferito. Oggi, la politica si muove: scatta l’interrogazione
TiPress (archivio)
Fonte RED
Il furto d'auto, la fuga e l'inseguimento a tutta velocità: «La popolazione è stufa»
Ieri, due 18enni magrebini richiedenti asilo seminano il panico in autostrada e un agente resta ferito. Oggi, la politica si muove: scatta l’interrogazione

BELLINZONA - Il furto di un'auto a Viganello, la fuga ad alta velocità, l'inseguimento in autostrada e infine il fermo dei ladri nel Bellinzonese, con il ferimento di un agente. Protagonisti del grave episodio di cronaca nel Canton Ticino, avvenuto ieri (venerdì), due diciottenni di origine magrebina, richiedenti asilo oltre Gottardo.

Lo sdegno e lo sgomento, per quanto avvenuto nella prima serata di ieri, vengono intercettati a quanto pare anche dalla politica, a poche ore dai fatti.

«Questo evento segna il secondo episodio simile in poco più di una settimana che coinvolge richiedenti asilo», tuona Stefano Tonini, deputato in Gran Consiglio. Quest'ultimo, infatti, con la Lega dei Ticinesi ha immediatamente sottoposto un'interrogazione al Consiglio di Stato.

Nella missiva - che leggiamo - si sollevano numerosi interrogativi sulla presenza di individui provenienti da Paesi considerati sicuri, come Marocco, Algeria e Tunisia, che commettono reati e "approfittano" del sistema sociale svizzero. La popolazione «è stufa» e chiede spiegazioni sul perché queste persone possano circolare liberamente e delinquere impunemente sul territorio.

In un'intervista a Tio, qualche tempo fa la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), a questo proposito, aveva spiegato che «la stragrande maggioranza dei richiedenti nordafricani sono giovani uomini che hanno lasciato il loro Paese d'origine per motivi economici e che non hanno alcuna prospettiva di asilo in Svizzera o in un altro Paese europeo».

I punti dell'interrogazione - Ma arriviamo alle diverse questioni sottoposte al Consiglio di Stato. Si chiede anzitutto una spiegazione su come sia possibile che richiedenti asilo provenienti da Paesi ritenuti sicuri giungano in Svizzera e si rendano protagonisti di episodi di criminalità.

Viene poi richiesta la quantificazione delle persone provenienti dal Maghreb attualmente presenti in Ticino con lo status di richiedente asilo o rifugiato e il numero di coloro che sono stati denunciati o arrestati per reati contro il patrimonio o la persona negli ultimi 12 mesi.

Ci si interroga inoltre sul motivo per cui non si riesce a rimpatriare immediatamente chi proviene da Paesi sicuri e non ha diritto alla protezione internazionale. Viene altresì espresso il timore che la presenza di queste persone metta concretamente in pericolo la sicurezza della popolazione e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

E ancora, nel testo firmato da Stefano Tonini, si legge che il Governo cantonale è chiamato a indicare quali passi concreti intende intraprendere verso Berna per limitare gli arrivi dal Maghreb, rendere i rimpatri più rapidi ed efficaci, e garantire che chi delinque venga espulso senza indugi dal territorio svizzero.

Si ritiene inoltre giunto il momento di chiedere ufficialmente alla Confederazione una stretta radicale sulla politica d’asilo, in particolare per chi proviene da Paesi come Marocco, Algeria e Tunisia, «che non possono più essere considerati a rischio».

Infine, si pone il quesito sull'opportunità o meno che i richiedenti asilo - che commettono reati in Svizzera - continuino a beneficiare della procedura d’asilo senza che la loro domanda venga immediatamente respinta o sospesa, suggerendo che il primo reato dovrebbe comportare lo stralcio automatico della richiesta.

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