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CANTONEAndare al lavoro, con la paura

27.06.23 - 06:30
Stress alle stelle per il personale del Centro federale d’asilo, fra minacce quotidiane e tensioni. La SEM, però, relativizza.
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Andare al lavoro, con la paura
Stress alle stelle per il personale del Centro federale d’asilo, fra minacce quotidiane e tensioni. La SEM, però, relativizza.

CHIASSO - Continua a essere decisamente incandescente la situazione all'interno del Centro federale d’asilo di Chiasso.

Dopo la denuncia di condizioni «insostenibili», violenza e molestie quotidiane da parte di un gruppo di donne e ragazze ospiti, ecco arrivare alla redazione di tio.ch voci preoccupanti relative a chi - in quella struttura - ci lavora.

Si parla di una situazione «peggiorata in maniera drastica» nell'ultimo anno, con assistenti del Centro in difficoltà palese, con un pesantissimo carico di stress psicofisico e la cui incolumità è quotidianamente a rischio.

Gli interventi della polizia
Sia la le ragazze, sia la persona informata dei fatti sentita dalla redazione confermano un'altra costante: il frequente intervento sul posto della polizia, così come dei soccorsi. Stando ai dati della SEM dall'inizio dell'anno a oggi nel Centro ticinese ci sono stati 25 interventi di polizia in relazione ad aggressioni fisiche. In tutto il 2022 erano state 30 e nel 2021 20. Per farsi un'idea dell'entità del fenomeno, nel 2023 gli interventi nei Centri d'asilo di tutta la Svizzera sono stati 132, nel 2022, 285 e nel 2021, 240. Va ricordato che si tratta di cifre relative solo agli interventi per aggressioni e all'interno delle strutture.

Il motivo centrale è soprattutto uno, ovvero - ancora una volta - quello della sicurezza, del fatto che gli agenti interverrebbero poco volentieri e solo quando la situazione degenera veramente. Un approccio, questo, figlio di un “cambio di misura” adottato dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) dopo gli scandali (e la seguente indagine) del 2021.

Il personale, quindi, limiterebbero l'uso della forza per paura di avere problemi e di perdere il posto. Il risultato? Il dilagare di furti, la mancanza di rispetto delle regole più basilari, episodi di violenze e abusi.

Un vuoto, questo, che pesa sulle condizioni di vita di tutti, nessuno escluso. Anche nei confronti del personale, negli ultimi tempi, «dagli insulti si è passati alla violenza fisica». Sempre stando a quanto appreso da tio.ch, per i dipendenti del centro le minacce di morte da parte degli utenti sarebbero all'ordine del giorno: «Tantissimi vanno al lavoro con la paura».

La SEM: «Va detto, ci troviamo in una situazione straordinaria»

 «Deve essere subito puntualizzato che, tanto i Cantoni quanto la Confederazione, si trovano in una situazione straordinaria ormai dalla primavera del 2022», commenta la Segreteria di Stato della Migrazione (SEM) da noi interpellata, «è un momento complesso che unisce gli esuli della guerra in Ucraina a un boom delle richieste d'asilo dello scorso autunno. Il risultato è che al momento più persone (di diversa origine, religione, ecc...) sono costrette a convivere in un unico luogo. Questo aumenta la probabilità statistica che insorgano discussioni e problemi. Va comunque sottolineato che la stragrande maggioranza dei richiedenti si comporta in maniera corretta».

Passando alla questione della sicurezza, il lavoro della SEM è attualmente orientato piuttosto verso la prevenzione. Il progetto “Prévention et Sécurité”, oltre all'impiego di agenti per la prevenzione dei conflitti (con un organico rafforzato di 110 posti a tempo pieno) mette anche in chiaro le procedure di modo che non vi siano aree grigie: «Inoltre, nell'ambito di un progetto pilota, è stato creato un ufficio per la segnalazione di incidenti e preoccupazioni dei richiedenti asilo e del personale. Tutte queste misure hanno portato a una riduzione significativa del numero di incidenti».

Per quanto riguarda l'incolumità del personale, la Segreteria «non ha notato un aumento delle aggressioni al personale di assistenza e sicurezza», ciononostante ribadisce l'importanza «che tutte le persone coinvolte abbiano ben chiaro come comportarsi in questi casi», a partire dalla segnalazione dell'aggressione, passando per l'esaustività della situazione legale dei richiedenti fino alla mediazione e - se necessario - assistenza e consulenza. 

Quel presunto caso di pedofilia
La fonte sentita da tio.ch, ribadisce quanto già accennato nella lettera di rivendicazioni del gruppo di ragazze asilanti. Ovvero che nel Centro di Chiasso vi sarebbe stata una molestia pedofila ai danni di una bimba di 12 anni. La SEM «non commenta i singoli casi per motivi legati alla privacy», ciò detto la Segreteria «prende molto sul serio tutte le accuse e le segnalazioni di cui viene informata e in ogni caso vengono avviate immediatamente misure e indagini. Se necessario, o se le persone interessate lo desiderano, viene chiamata la polizia, ad esempio per presentare una denuncia». In caso di violenze sessuali è sempre possibile fare riferimento a delle Care Unit che possono anche fare da "ponte" «con centri di consulenza specializzati, case delle donne, centri di consulenza legale e la polizia».

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