La "cura miracolosa" al Covid fermata in dogana

Oltre diecimila preparati in arrivo dall'estero sono stati bloccati nel 2020. La clorochina è in cima alla classifica
Le vendite online di medicamenti sono esplose negli ultimi dodici mesi. E hanno dato un gran daffare alle Guardie di confine
BERNA - L'esca è golosa, e molti abboccano. Farmaci o preparati para-farmaceutici venduti come rimedi contro il coronavirus. Il business è esploso negli ultimi mesi, e le Dogane svizzere hanno sequestrato la bellezza di 10mila prodotti in ingresso nel nostro paese. In cima alla classifica c'è la clorochina, un anti-malarico spacciato come la soluzione alla pandemia.
Il dato è preoccupante per Swissmedic. Ruth Mosimann, responsabile dei controlli sui medicinali illegali, è in allarme. «Chi ordina tali medicinali, come anche i vaccini sprovvisti di autorizzazione, deve stare in guardia». Secondo l'ente di omologazione «questi farmaci anti-Covid possono provocare in realtà dei danni alla salute».
C'è un altro motivo poi, oltre alla salute, per cui l'acquisto su internet di questi medicinali è sconsigliato. «Se il pacco viene confiscato in dogana, il cliente non solo perde la merce, ma deve farsi carico di tutti i costi procedurali». I controlli ci sono e funzionano: solo negli ultimi tredici mesi, ai confini con Francia, Germania, Austria e Italia le guardie di confine - in collaborazione con Swissmedic - hanno sequestrato oltre 10mila confezioni di preparati anti-Covid sotto forma di compresse. L'Afd ha trovato anche degli spray nasali venduti come anti-virali.




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