Il sospetto: nel centro asilanti un reclutatore dell'Isis?

È questa una delle ipotesi sulle quali stanno lavorando gli inquirenti. L'arresto del titolare della società di sicurezza e il maxi intervento antiterrorismo sono collegati
BELLINZONA - L'arresto del titolare di una società di sicurezza che operava presso il centro di Camorino e il maxi intervento antiterrorismo che ha portato al fermo di un presunto reclutatore dell'Isis sono collegati.
Un uomo impiegato presso il centro richiedenti l'asilo di Camorino, secondo gli inquirenti, potrebbe avere stretti legami con lo Stato islamico o con organizzazioni associate. A confermarlo è la polizia cantonale che al momento non si sbottona circa il nome dell'agenzia coinvolta.
Il fermo del titolare della società di sicurezza, era avvenuto in seguito ad alcune segnalazioni che riferivano il mancato rispetto della legge sul lavoro e sulle attività private di investigazione e sorveglianza (Lapis), nonché casi di usura, sequestro di persona e atti di violenza nei confronti di almeno un richiedente l'asilo.
Alle dipendenze del 36enne svizzero, però, vi è uno dei due uomini contro i quali il Ministero pubblico della Confederazione sta conducendo un procedimento penale per sospetti legami con l'Isis o organizzazioni associate e persino reclutamento a favore dello Stato islamico. Procedimento che ha portato a più perquisizioni nel nostro cantone (compreso un luogo di preghiera) e all'arresto di un cittadino svizzero-turco. Ora l'incarico di vigilanza è passato ad altri.




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