Cerca e trova immobili
LUGANO

Risate e riflessioni ieri sera per "Il malato immaginario" al LAC

La commedia di Molière rivive in chiave contemporanea con la messa in scena di Andrea Chiodi. Si replica stasera.
© Luca Del Pia
Risate e riflessioni ieri sera per "Il malato immaginario" al LAC
La commedia di Molière rivive in chiave contemporanea con la messa in scena di Andrea Chiodi. Si replica stasera.

In un’epoca storica come la nostra, in cui i medici sono stati così prepotentemente sotto i riflettori a causa della pandemia, la commedia di Molière “Il malato immaginario” assume un valore decisamente contemporaneo. E chissà cosa si sarebbe inventato il grande commediografo francese per lanciare - oggi come allora (era il 1673) - i suoi strali contro una categoria così perennemente criticata. È la domanda che qualcuno si sarà fatto ieri sera al LAC assistendo a “Il malato immaginario” portato in scena da Andrea Chiodi, regista nato a Varese 46 anni fa e con un curriculum fatto di diversi premi teatrali e collaborazioni con teatri illustri.

Diversi i tocchi di genialità portati in scena sul palcoscenico, ad iniziare da un simpatico incipit ballerino che ricordava il Cabaret di Bob Fosse con musiche, movenze e look in giarrettiere in stile Minnelli (Liza), tornato poi anche sul finale. Un quadretto efficace merito anche di un cast di ottimi attori. Su tutti Lucia Lavia nei panni di Tonina e Tindaro Granata - quest’ultimo presenza ormai nota nei teatri ticinesi - che ha saputo dare al personaggio ipocondriaco di Argante una vis comica notevole, destreggiandosi abilmente tra registro comico e drammatico.

Già, perché qui non siamo solo di fronte a una simpatica farsa e alle divertenti paure di un uomo convinto di avere tutte le malattie di questo mondo, ma anche di fronte a una feroce critica nei confronti dell’incompetenza e dell’avidità dei medici, rappresentati dai dottori Purgone e Diarrotico, i quali usano termini latini e parlano un linguaggio che serve solo a confondere il povero Argante. Una satira sociale che tuttavia nell’opera di Molière ha toni molto più taglienti rispetto a quelli emersi sul palco, dove il tutto è presentato come un dramma tragicomico dove Argante finge di annegare nella vasca come nel quadro della Morte di Marat di Jacques-Louis David.

Quasi tutto esaurito ieri sera, per la prima rappresentazione dello spettacolo durato due ore e dieci senza pausa. Un po' troppo, secondo alcuni. Si replica stasera alle 20.30.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE