Chiamano l'ambulanza ma non ne hanno bisogno: «Fermiamo tutto a monte»

Il direttore della FCTSA Roberto Cianella commenta un recente caso scoppiato a Ginevra. E in Ticino?
Il direttore della FCTSA Roberto Cianella commenta un recente caso scoppiato a Ginevra. E in Ticino?
LOCARNO - Il ministero pubblico di Ginevra ha recentemente condannato un uomo per aver chiamato oltre 500 volte il 144 nell’arco di due anni, ostacolando il corretto funzionamento del servizio di emergenza. In pratica l'uomo pensava di avere un attacco cardiaco, lamentando dolori al petto e al braccio, e dichiarando di «essere prossimo alla morte». Quando l'ambulanza giungeva sul posto, dichiarava di stare bene. «Tutti i centri di emergenza gestiscono dalle 3 alle 5 persone che chiamano per questi motivi. Spesso si tratta di persone con problemi mentali», aveva dichiarato il responsabile del 144 di Ginevra. E qui, la domanda è sorta spontanea. Anche in Ticino si verificano casi simili?
«All'anno possono esserci 2, 3 o 10 pazienti - chiamiamoli “affezionati” - che chiamano il 144 in maniera molto frequente. Spesso, però, le loro intenzioni non sono quelle di sollecitare l'intervento dell'ambulanza, bensì di parlare con qualcuno», afferma il direttore della Federazione cantonale ticinese servizi ambulanza (Fctsa) Roberto Cianella, che gestisce la centrale d'allarme e di coordinamento del 144. «Di solito fermiamo la situazione già nel momento della chiamata. Nel senso che l’operatore cerca di capire quali sono i reali bisogni del paziente, ponendo una serie di domande».
Delle circa 35mila chiamate che il 144 riceve ogni anno, soltanto 20mila portano a un intervento primario con ospedalizzazione. E questo, perché «esiste un sistema di interrogazione telefonica che permette un "triage" a monte». Ma è anche vero che «se un paziente chiama 10 volte per un apparente problema cardiaco», i servizi di emergenza sono obbligati a «valutare ogni singola richiesta caso per caso», aggiunge Cianella.
In generale la situazione sembra essere sotto controllo: «Diciamo che in Ticino il 144 non è il punto d’entrata di tutti i casi psichiatrici del cantone. Non riscontriamo questo genere di problema», conclude.





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