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CANTONECentro educativo chiuso per minorenni, «stop definitivo al progetto»

15.11.23 - 15:39
A chiederlo l'apposito Coordinamento che domanda una struttura all’avanguardia
Ti-Press
Fonte Comunicato
Centro educativo chiuso per minorenni, «stop definitivo al progetto»
A chiederlo l'apposito Coordinamento che domanda una struttura all’avanguardia

BELLINZONA - Abbandonare definitivamente il progetto di un centro educativo chiuso per minorenni, prospettato negli anni passati a Castione, e studiare alternative percorribili per arginare il disagio sociale dei giovanissimi. A chiederlo è il Coordinamento contro il Centro educativo chiuso per minorenni che interviene affinché si chiuda questo capitolo e si utilizzino i fondi risparmiati, assegnandoli alle strutture esistenti e funzionanti oltreché al lavoro di prevenzione.

Ma l’iter che ha portato a questa recente presa di posizione affonda le radici nel tempo, come spiegato dallo stesso Coordinamento. «Alla luce delle misure proposte dal Consiglio di Stato nell’ambito della manovra di rientro emerge ancor più, e stavolta in particolare per motivi economici, l’interrogativo sull’opportunità del definitivo abbandono del progetto del Centro a Castione», spiegano. Anche perché dopo la denuncia dei tagli prospettati da parte degli istituti per l’assistenza dei disabili è arrivata ora forte e chiara la messa in guardia della Conferenza dei direttori dei centri educativi per minorenni», fanno sapere dal Coordinamento. 

«In un contesto in cui la crescente sofferenza psichica dei minorenni preoccupa l’insieme della società e i professionisti del settore, ciò significa che verranno a mancare prestazioni utili ad accogliere in termini di prevenzione e cura la sofferenza dei minorenni per mancanza di fondi», prosegue.

Difronte a tali evidenze ecco che il Coordinamento rinnova l’appello all’abbandono del progetto di un Centro chiuso «già nato male. Ricordiamo che proposto inizialmente fin dal 2006 e successivamente fortemente voluto per finalità repressive dai Giovani Liberali, è poi stato previsto e progettato come centro punitivo e coercitivo, inizialmente addirittura provvisto di cinghie per immobilizzare i minori, con segregazione semplice in camera fino a 21 giorni e restrittiva fino a 7 giorni, isolati ed estromessi da ogni attività». 

Gli stessi operatori del settore erano insorti contro il previsto Centro mediante una petizione della VPOD corredata da ben 500 firme. «Nell’immediato futuro risulta imperativo diminuire drasticamente i ricoveri di minori presso la CPC di Mendrisio e la Clinica Santa Croce di Orselina. Urge (dopo 30 anni di progetti sottoposti e archiviati nei vari cassetti del DSS e dell’OSC) una vera struttura terapeutica/medico-psicologica/educativa concepita esclusivamente per accogliere giovani minorenni, anche per evitare che (in media 20 minorenni all’anno) dal Ticino vengano collocati in strutture italiane (in prevalenza lombarde e liguri)», prosegue il comunicato. 

Anche perché dal alcuni mesi tale esternalizzazione «non è d’altronde neppure più possibile in Lombardia che ha chiuso l’accesso ai giovani residenti in Ticino dovendo far fronte ad importanti aumenti di minorenni lombardi. Tali alternative vanno dapprima ascoltate attentamente e poi studiate e adattate alla situazione del nostro Cantone», la conclusione

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