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LUGANOIl Patio di Palazzo Civico si riempie di versi

02.05.23 - 15:01
Nel primo weekend di giugno torna Poestate, con un festival su tre giorni ricco di appuntamenti
Poestate
Il Patio di Palazzo Civico si riempie di versi
Nel primo weekend di giugno torna Poestate, con un festival su tre giorni ricco di appuntamenti

LUGANO - Indipendente, autonoma e all’avanguardia, Poestate torna nelle vesti della sua 27esima edizione, per dare slancio a un mese di giugno che si annuncia frizzante.

A presentarlo oggi nella sala del Consiglio Comunale di Lugano, a giusto una rampa di scale da dove si terrà l’evento culturale, sono stati il sindaco Michele Foletti e la direttrice del festival Armida Demarta.

Il sindaco ha tenuto a ricordare i motivi per cui Poestate è importante per il Ticino: «Permette alle persone di tutte le età di avvicinarsi alla poesia, soprattutto quella in lingua italiana. Sembra un mondo negletto, ma penso valga la pena conoscerlo meglio. Sopratutto in un periodo in cui abbiamo tante contaminazioni linguistiche. Solo a Lugano il 40% della popolazione è straniera. I giovani, in particolare, vivono molto a contatto con l’inglese».

Eventi e special guest - Poestate si terrà nel primo weekend di giugno, e più precisamente dall’1 al 3 nel Patio di Palazzo Civico. Giovedì e venerdì gli appuntamenti si concentreranno tutti verso sera, mentre sabato si comincerà a far poesia già dal caffè.

Nel corso del weekend gli eventi saranno diversi: da conversazioni improvvisate a performance, da conferenze a letture. Tutte abbracceranno i vari strati della cultura, dal classico all’avanguardia, dall’eccellenza al marginale, dal grande vate all'emergente e dal locale all’internazionale.

Venerdì, ad esempio, si terrà "Hesse: Una biblioteca della letteratura universale". L’evento, curato da Stella N’Doku, è stato brevemente presentato oggi dal neodirettore del Museo Hermann Hesse di Montagnola Marcel Henry. «Nel 1929 Hesse ha pubblicato “Una biblioteca della letteratura universale”. Ha viaggiato attraverso India e Cina con i libri e quello che vogliamo fare noi è completare la biblioteca con il resto dei continenti».

Lo special guest, Moni Ovadia, è stato presentato da Armida Demarta come «un pezzo da novanta. Avevo promesso a Moni che in un modo o nell’altro, appena si sarebbe tornati in presenza, lui sarebbe rientrato nel programma- Avevamo già avuto modo di fare alcune cose negli scorsi anni». Artista polivalente, incontrerà il pubblico per parlare di un grande poeta milanese, ossia Carlo Porta.

«C'è un'entità tossica» - Sul finire della conferenza, la direttrice ha voluto fare un appunto su quella che definisce «un’entità tossica. C’è un apparato di sistema che purtroppo crea disagi e penalizza quelli che non fanno parte di un certo entourage. Mi viene in mente una frase molto incisiva, una grande verità di un ex direttore di un noto media ticinese: “Questo è un Paese in cui quando arriva un progetto, andiamo a vedere chi l’ha fatto”. E questo è un grave danno».

Sintomo di questo terremoto di disagio e di preoccupazione per le attività culturali in Ticino potrebbe essere il fulcro di un incontro che si terrà domani sera alle 18 al Teatro delle Radici a Lugano. La fondatrice, Cristina Castillo, è infatti intervenuta, senza dare maggiori dettagli, affermando che «Non sappiamo come difenderci da una situazione che troviamo profondamente ingiusta. Se una cultura non cura la propria storia, vuol dire che c’è un problema. Le ragioni per cui siamo in questa situazione, le esporremo domani. Abbiamo bisogno che questo sia pubblico, che la domanda non sia solo nostra. Abbiamo bisogno che la domanda sia nella testa di tutte le persone che tengono al mondo culturale».

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