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Sulle aperture dei negozi è referendum

Il tempo per raccogliere le firme è poco. L'Ocst: «Non avremo problemi a raggiungere la cifra»
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Sulle aperture dei negozi è referendum
Il tempo per raccogliere le firme è poco. L'Ocst: «Non avremo problemi a raggiungere la cifra»
BELLINZONA - Un referendum contro la modifica della legge sull’apertura dei negozi. Era nell’aria e la conferma è arrivata oggi all’ora di pranzo: Unia e Ocst raccoglieranno le firme per opporsi alla decisione presa marted&ig...

BELLINZONA - Un referendum contro la modifica della legge sull’apertura dei negozi. Era nell’aria e la conferma è arrivata oggi all’ora di pranzo: Unia e Ocst raccoglieranno le firme per opporsi alla decisione presa martedì dal Gran Consiglio. La consegna delle 7mila firme, stando alle previsioni dei sindacati, dovrebbe essere fissata entro il 20 dicembre. Sarà creato un comitato referendario ad hoc con altre realtà. Unia sta anche approfondendo l'aspetto giuridico, cioè il possibile conflitto con la normativa federale sul lavoro (ci sono 30 giorni di tempo).

«Non possiamo più volgere lo sguardo altrove», ha commentato Chiara Landi, responsabile del settore terziario Unia Ticino e Moesa. «La legge attacca il tempo di lavoro e di vita di occupati già precari e deboli - ha continuato Landi - spesso si tratta di persone assunte con contratti di otto ore settimanali. Il nostro mandato è dare voce alla loro invisibilità. E il Gran Consiglio ha ignorate le loro richieste». Il comparto conta circa 8500 addetti, di cui il 70% formato da donne. Secondo le parti sociali, le modifiche non porteranno nuova occupazione, ma anzi penalizzeranno i lavoratori e i piccoli commercianti.

«Tema banalizzato» - «Sono rimasto irritato dalla banalità del dibattito - ha aggiunto Paolo Locatelli, vice segretario cantonale Ocst - non sono state interpellate le persone che dovranno subire gli effetti di questa legge». I due sindacati sostengono d’avere «una grande intesa» sul tema e focalizzati verso «l’obiettivo comune». Il tempo per raccogliere le firme, stando ai calcoli delle parti sociali, è poco: «Ma non avremo problemi a raggiungere la cifra - dice sicuro Locatelli - sarà, invece, credo, complicato spiegare a chi andrà a votare le motivazioni del referendum e gli effetti sulle persone».

La modifica
Al termine di un dibattito lungo e combattuto, il Parlamento ha approvato la modifica della legge sull’apertura dei negozi proposta dal Plr (primo firmatario Alessandro Speziali). I cambiamenti sono grosso modo tre: più aperture domenicali (da tre a quattro l’anno) e l’estensione dell’orario, dalle 18:00 alle 19:00, nei festivi settimanali e le domeniche prima di Natale. Inoltre, cresce il numero dei negozi che avranno diritto alle deroghe concesse per le località turistiche attraverso un aumento della superficie: l’attuale limite di 200 metri quadrati passa a 400. La discussione è stata lunga e si sono fronteggiate le diverse posizioni, fra favorevoli (Plr, Lega, Udc) e contrari (Ps, Verdi, Mps, Pc). Critiche anche Più Donne. Spaccato a metà, invece, il gruppo del Centro.

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