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Caro benzina? «Non si possono chiudere gli occhi di fronte a quanto avviene in altri paesi»

Per il Consiglio federale non è il momento di adottare provvedimenti. La reazione di Marco Chiesa
20min/Matthias Spicher / Tipress
Caro benzina? «Non si possono chiudere gli occhi di fronte a quanto avviene in altri paesi»
Per il Consiglio federale non è il momento di adottare provvedimenti. La reazione di Marco Chiesa
BERNA - Più di due franchi per un litro di benzina. Dallo scoppio della guerra in Ucraina, il rincaro si fa sentire sul carburante e di conseguenza anche in altri settori. «È il momento di prendere decisioni forti, così com...

BERNA - Più di due franchi per un litro di benzina. Dallo scoppio della guerra in Ucraina, il rincaro si fa sentire sul carburante e di conseguenza anche in altri settori. «È il momento di prendere decisioni forti, così come è stato fatto in altri paesi».

Lo ha detto il consigliere agli Stati e presidente UDC Marco Chiesa, sulle frequenze di Radio Ticino, dopo che il Consiglio federale ha risposto a diversi interventi parlamentari che chiedevano un provvedimento quale il taglio dell'imposta sugli oli minerali per frenare il rincaro: Berna al momento «non vede alcuna necessità immediata di adottare delle misure».

Non ci sta il ticinese Chiesa, anche lui autore di una mozione sul caro benzina: «Altri paesi sono intervenuti e sul fronte del carburante sono diventati iperconcorrenziali rispetto a noi. Credo che ora sia il momento di agire». E le richieste in tal senso a livello parlamentare non mancano. «Se l'inflazione comincia a farsi sentire, è dovuto molto all'aumento dei prezzi del carburante e dei vettori energetici».

 Secondo il consigliere agli Stati, lo spazio per intervenire c'è. «Deve pensarci il Parlamento, i partiti devono poter reagire. Alla fine le mozioni vengono trattate dalle due camere e il parere del Consiglio federale può essere capovolto. Ma avrei preferito una risposta immediata già da parte dell'Esecutivo: non si possono chiudere gli occhi di fronte a quanto avviene in altri paesi, lasciando la Svizzera in difficoltà».

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