Ora tira la bandiera USA e il rossocrociato
Diminuiscono, ma le bandiere della pace sono solo la punta visibile di una tendenza che è diventata un vero e proprio business. L'arcobaleno è impazzato prima come bandiera e poi nelle forme più disparate e in molti, fiutato l'affare, hanno pensato di farsi sotto. Stamperie e fabbriche hanno sfornato oggetti e gadget per far fronte a una domanda che s'è abbassata, ma che c'è ancora.
Così, accanto ai vessilli sono comparsi adesivi, sciarpe, cappellini, maglioni e t-shirt, come ci conferma Sandro Di Bello, gerente del negozio Vanmusic di Lugano. "Ho venduto tantissime bandiere. Poi sono arrivati gli adesivi, la scritta peace in inglese sulla bandiera europea, il portachiavi e le t-shirt".
In Italia si vendono anche cappellini e maglioni.... "loro stampano di tutto - ci spiega ancora Sandro Di Bello - anche perché il marchio con la scritta ed i colori della pace non è gravato da nessun diritto di copyright e quindi chiunque lo usa come vuole". Il che comporta dunque prezzi selvaggi..."esatto, la bandiera della pace inizialmente si vendeva a 10-15 franchi, ora c'è anche chi la vende a 30 franchi. E' diventato un grande business. E non credo granché a chi dice che l'incasso viene devoluto interamente in beneficenza".
Ma il business, come detto, è in calo. "Si - conclude Di Bello - se prima vendevo venti bandiere al giorno ora ne vendo una o due. Gli articoli che vendo bene, ora, sono quelli con la bandiera svizzera, sia i cappellini che le t-shirt. E poi le bandiere a stelle e strisce. Eh si, strano da dire, ma dopo che gli americani hanno vinto la guerra vendo meno bandiere della pace e più bandiere degli Stati Uniti".
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