Gli apprendisti fanno guadagnare 800 milioni all'economia svizzera

Ogni contratto genera un utile di 4540 franchi. Il Ticino? È in fondo alla classifica
BERNA - Gli apprendistati si confermano un investimento vantaggioso per la maggior parte delle aziende svizzere. Ogni contratto genera in media un utile netto di 4540 franchi all'anno, una volta dedotti i costi. Inoltre, quattro datori di lavoro su cinque si dichiarano soddisfatti del rapporto tra costi e benefici offerto da questo modello formativo. Lo indica uno studio pubblicato oggi dalla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione (SEFRI).
Secondo la ricerca, che si basa sul periodo formativo 2022/2023 e comprende tutte le professioni, il 71% dei contratti di apprendistato genera un utile per le aziende formatrici. Complessivamente, questi margini positivi si traducono in un guadagno annuale di 800 milioni di franchi per l'economia svizzera.
Tale dato è in crescita rispetto allo studio precedente, basato sugli anni 2016/2017 e che indicava un utile netto di 566 milioni. Ciò si spiega con un leggero calo dei costi lordi, mentre le prestazioni produttive degli apprendisti sono rimaste stabili, precisa la SEFRI. I costi comprendono i salari degli apprendisti, le spese del personale, nonché quelle per il materiale e le installazioni.
L'utile netto varia a seconda del tipo di formazione professionale di base. Per il certificato federale di formazione pratica, che dura due anni, ammonta in media a 9630 franchi. Per l'attestato federale di capacità (AFC) di tre anni, è di 13'940 franchi. Per l'AFC di quattro anni raggiunge 17'510 franchi.
Quando un apprendista svolge parallelamente una maturità professionale, l'utile per le aziende diminuisce di circa 3000 franchi. Ciò è dovuto al fatto che la persona interessata è più spesso assente e quindi meno produttiva. L'utile rimane comunque positivo, precisa la SEFRI.
Ticino a fondo classifica - Per quanto riguarda i settori di attività, tutti registrano utili formando apprendisti. Quello che ne trae il massimo vantaggio è l'edilizia, come indica lo studio, giunto alla sua quinta edizione.
Per quel che concerne le differenze regionali, l'utile maggiore è fatto segnare dalla regione lemanica. Sebbene i costi lordi siano leggermente più alti, anche le prestazioni produttive risultano maggiori, in particolare quelle derivanti da attività qualificate.
All'estremo opposto si trova il Ticino, che registra l'utile netto più basso della Svizzera. Come già rilevato nel 2016/2017, il rapporto costi/benefici nel cantone sudalpino continua a distinguersi per prestazioni produttive più deboli. Il motivo è legato all'effetto dei salari più bassi, tanto per la manodopera qualificata quanto per quella non qualificata.
Qualità della formazione - Lo studio della SEFRI ha analizzato anche altri parametri, come la qualità della formazione. Oltre tre quarti delle aziende formatrici offrono una qualità giudicata da "soddisfacente" a "molto buona". Al contrario, l'8% è qualificato come "autoritario", poiché non concede agli apprendisti la possibilità di trovare soluzioni autonome e presta meno attenzione a un eventuale sovraccarico.
Per quanto riguarda i piani di formazione, le aziende ritengono che l'82% dei contenuti sia conforme alle loro esigenze. Diversi sono i motivi che le spingono a formare apprendisti: responsabilità comune dell'economia e contributo alla società, formare personale qualificato da assumere a lungo termine, e possibilità di impiegare gli apprendisti come manodopera.
Per realizzare l'indagine, condotta online, sono state selezionate in modo casuale dal registro delle imprese dell'Ufficio federale di statistica 6686 aziende formatrici e 3655 che non lo sono. Il tasso di risposta è stato del 39% per le prime e del 31% per le seconde.




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