«Bene i dazi, ma non eccediamo in entusiasmo»

Secondo l'associazione di categoria dell'industria tecnologica svizzera Swissmem, l'allerta non è ancora rientrata.
Secondo l'associazione di categoria dell'industria tecnologica svizzera Swissmem, l'allerta non è ancora rientrata.
BERNA - L'accordo con gli Stati Uniti in merito ai dazi doganali - che scenderanno dall'attuale 39% al 15% - è positivo, ma attenzione a eccedere nell'entusiasmo. A mettere in guardia è l'associazione di categoria dell'industria tecnologica svizzera Swissmem.
Le nuove trattative del Consiglio federale con il governo USA hanno dato i loro frutti, scrive l'associazione in una nota diffusa dopo l'annuncio: vengono quindi eliminati i gravi svantaggi rispetto alle aziende concorrenti, tra gli altri dell'UE e del Giappone.
Secondo Swissmem però, al momento si può solo «tirare un attimo il fiato», non si può ancora parlare di allerta rientrata: numerosi altri fattori continuano a incidere negativamente sulle chance dell'industria svizzera dell'export.
In primo luogo i mesi passati hanno dimostrato che la situazione può cambiare di nuovo in modo repentino in qualsiasi momento. Inoltre, a causa della forza del franco e della debolezza delle valute della concorrenza europea e giapponese, persiste un dannoso sovrapprezzo per i prodotti svizzeri. In terzo luogo, rimangono in vigore i dazi del 50% su molti prodotti in acciaio. Inoltre, sono in corso ulteriori indagini USA che potrebbero portare a dazi aggiuntivi.
Secondo Swissmem, la parola d'ordine è quindi chiara: tocca alla «politica migliorare con decisione le condizioni quadro per la piazza industriale».
L'associazione specializzata nelle PMI Swissmechanic accoglie con favore l'accordo. Per il settore MEM la riduzione annunciata costituisce «una buona notizia», ha dichiarato il presidente Nicola Tettamanti all'agenzia finanziaria AWP. «Per la prima volta abbiamo di nuovo condizioni quadro identiche sul mercato USA come i nostri concorrenti europei».
Nel complesso, però, la situazione generale rimane difficile. «Il franco forte e gli elevati costi di produzione persistono», ha proseguito Tettamanti. Inoltre, il settore soffre di una domanda fluttuante, elevati costi energetici e una dinamica degli investimenti globalmente tesa. «Swissmechanic valuta quindi la riduzione doganale come una leva importante, ma non sufficiente».





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