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SVIZZERA

Accusata di aver orchestrato l'omicidio della madre: «Non si può escludere il ragionevole dubbio»

La presunta mandante del delitto della Goldküste è una donna libera, dopo 4 anni di carcere, e dovrà essere risarcita per 200'000 franchi.
IMAGO / Dreamstime
Una veduta di Küsnacht (ZH) dal lago.
Fonte Blick/Sda
Accusata di aver orchestrato l'omicidio della madre: «Non si può escludere il ragionevole dubbio»
La presunta mandante del delitto della Goldküste è una donna libera, dopo 4 anni di carcere, e dovrà essere risarcita per 200'000 franchi.

LOSANNA - Un delitto da serie tv con una conclusione, in tribunale, davvero degna di Hollywood.

È stata assolta dal Tribunale federale, e dopo cinque anni di detenzione preventiva, perché la sua colpa era impossibile da dimostrare senza un ragionevole dubbio.

È una donna libera la 50enne, ritenuta la mandante di quello che Oltregottardo è noto come il delitto della Goldküste, avvenuto nell'ormai relativamente lontano agosto del 2017.

La vittima, la 73enne e molto abbiente madre di lei, era stata rinvenuta morta soffocata nel suo letto. La sua abitazione, una villetta di pregio nell'esosa località sul lungolago zurighese, messa a soqquadro con preziosi e carte di credito svaniti nel nulla.

La tesi portata avanti dall'accusa - e per la quale la Massima corte conferma l'esistenza di «una fitta rete di prove» che però non sono conclusive - è che la figlia sarebbe stata la mandante del delitto che sarebbe poi stato portato avanti da tre persone: un operaio edile, un barista e un meccanico di motociclette.

Per l'esattezza, la donna avrebbe spinto uno di loro a commettere il delitto per via dell'eredità, dietro la promessa di un lauto compenso (negli atti c'è un messaggio che parla di 300'000 franchi). Lui avrebbe poi chiesto aiuto a due conoscenti.

In seguito all'omicidio, portato avanti con una certa freddezza - la donna era stata avvolta nella pellicola trasparente e poi soffocata con un cuscino - il trio si era poi impossessato di gioielli, orologi e carte di credito.

Alla fine davanti al giudice sono finiti tutti e quattro, ma la condanna definitiva è stata solo una: quella del 37enne condannato a 19 anni di carcere per omicidio e altri reati.

Fondamentale per stabilrine la colpevolezza, la presenza di sue tracce di Dna sul luogo del delitto e il fatto che ha poi utilizzato le carte di credito della vittima per prelevare soldi e fare festa nei locali a luci rosse della Langstrasse.

Gli altri, compresa la figlia e presunta mandante, sono stati assolti nel 2020 dopo un lungo e intricato processo che ha confermato come, per loro, mancasse la proverbiale “prova schiacciante”.

Nei suoi confronti però il procuratore pubblico - che aveva chiesto per lei 18 anni per istigazione all'omicidio - ha presentato un'istanza di ricorso che ha poi portato il tutto in quel di Losanna.

La donna quindi, come scrive il Blick, potrà ritrovare la sua libertà e dovrà essere risarcita di 200'000 franchi per il periodo passato dietro le sbarre. La questione ritornerà comunque al Tribunale cantonale.

La località esclusiva di Küsnacht, lo ricordiamo, è tristemente nota per una serie di delitti anche piuttosto efferati. Fra questi citiamo il brutale omicidio di una escort da parte di un ex-banchiere nel 2014, l'efferato omicidio e violenza carnale perpetrato da un 32enne figlio di commercianti d'arte nello stesso anno, infine l'assassinio di un'86enne nella lavanderia di casa sua da parte di un pregiudicato, incastrato dal Dna.

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