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BERNAAssolto il turco che investì un corteo di curdi

28.06.21 - 18:16
Secondo i giudici l'uomo si trovava in una «situazione d'emergenza» in quanto la sua auto fu accerchiata.
Deposit (archivio)
Fonte ats
Assolto il turco che investì un corteo di curdi
Secondo i giudici l'uomo si trovava in una «situazione d'emergenza» in quanto la sua auto fu accerchiata.
Per la corte del tribunale di Berna-Mittelland, l'imputato non può essere ritenuto colpevole di tentato omicidio o di lesioni gravi, pur avendo ferito sette manifestanti.

BERNA - È stato assolto oggi dal tribunale di Berna-Mittelland il cittadino turco che nel 2015, a margine di una manifestazione con scontri, ha investito con un'auto dei curdi, ferendone sette. Secondo la corte, non si è trattato di tentato omicidio o lesioni intenzionali gravi.

Il presidente del tribunale Peter Müller ha spiegato che l'uomo con la sua guida ha avuto comportamenti contrari alla legge, ma non è colpevole poiché si trovava in una situazione d'emergenza. L'uomo è fuggito e ha cercato di mettersi al sicuro, il tutto con occhiali da vista e parabrezza frantumati, fatti che impedivano una corretta visuale della situazione.

La corte non ha rivelato indizi che facciano credere a un'azione dettata dalla rabbia. Anche la velocità tenuta dall'uomo, attorno ai 30 chilometri orari, è considerata accettabile vista la situazione.

L'accusa, che chiedeva otto anni di prigione, valuterà se fare ricorso.

I fatti - I fatti sono avvenuti il 12 settembre 2015 nei pressi della Helvetiaplatz, a Berna, nell'ambito di una manifestazione di turchi contro il terrorismo, autorizzata, e di una contro-dimostrazione curda che non lo era. Sono scoppiati degli scontri che hanno provocato complessivamente 25 feriti. Due vetture, con a bordo dei turchi, sono state attaccate da un gruppo di curdi. Alla guida di un'auto c'era l'uomo alla sbarra, che durante i fatti ha riportato ferite alla testa. Dopo essersi allontanato, è tornato alla carica con l'automobile investendo dei curdi. Le immagini erano state diffuse sui social, scatenando reazioni indignate.

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