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BERNAOstaggio svizzero ucciso in Mali: l'inchiesta prosegue

12.10.20 - 14:49
La missionaria basilese, impegnata da anni a Timbuctù, era stata rapita per la seconda volta all'inizio di gennaio 2016.
keystone
Fonte ats
Ostaggio svizzero ucciso in Mali: l'inchiesta prosegue
La missionaria basilese, impegnata da anni a Timbuctù, era stata rapita per la seconda volta all'inizio di gennaio 2016.
La donna è stata uccisa un mese fa da membri di un'organizzazione terroristica islamista.

BERNA - Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) aveva già avviato nel gennaio 2016 un procedimento penale in seguito al rapimento della missionaria svizzera in Mali uccisa un mese fa da membri dell'organizzazione terroristica islamista Jama'at Nasr al-Islam wal Muslim (JNIM). Lo ha indicato oggi a Keysone-ATS la procura federale, precisando che l'inchiesta prosegue.

Quando la missionaria basilese, impegnata da anni a Timbuctù, era stata rapita una seconda volta all'inizio di gennaio 2016, il MPC aveva aperto un procedimento penale contro ignoti per sospetto di sequestro e rapimento come anche di presa d'ostaggi collegati a una organizzazione criminale. Oltre ai numerosi atti procedurali, il Ministero pubblico della Confederazione ha chiesto l'assistenza giudiziaria internazionale a diversi Stati e organizzazioni internazionali.

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha ufficialmente confermato la morte della basilese venerdì sera. Questo annuncio «non pone tuttavia fine al procedimento penale in questione, che è ancora in corso», ha indicato il MPC, a Keystone-ATS, precisando però che se le autorità del Mali dovessero aprire un procedimento penale, quello in Svizzera verrebbe interrotto.

La missionaria basilese a Timbuctù stata rapita una prima volta nel 2012 da islamisti e poi liberata dopo una decina di giorni. Aveva tuttavia deciso di tornare nell'antica città del Nord del Mali dove poi è stata nuovamente rapita quattro anni dopo.

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