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Duplice delitto di Spiez, 4 anni al figlio

Il padre era stato condannato alla detenzione a vita e all'internamento. I due avevano ucciso brutalmente il direttore di un istituto pedagogico minorile e la sua compagna tre anni fa
Duplice delitto di Spiez, 4 anni al figlio
Il padre era stato condannato alla detenzione a vita e all'internamento. I due avevano ucciso brutalmente il direttore di un istituto pedagogico minorile e la sua compagna tre anni fa
BERNA - Il Tribunale minorile del canton Berna ha condannato oggi un 20enne a quattro anni di carcere. Il giovane è stato ritenuto responsabile - assieme al padre - di un duplice omicidio avvenuto nel 2013 a Spiez, dove vennero brutalmente ucc...

BERNA - Il Tribunale minorile del canton Berna ha condannato oggi un 20enne a quattro anni di carcere. Il giovane è stato ritenuto responsabile - assieme al padre - di un duplice omicidio avvenuto nel 2013 a Spiez, dove vennero brutalmente uccisi il direttore di un istituto pedagogico minorile e la sua compagna.

Per il giovane, che all'epoca dei fatti aveva 16 anni, si tratta della pena massima prevista per reati di questo genere. Nei suoi confronti è stato pure disposto il collocamento in un istituto chiuso, nonché un trattamento psicoterapeutico. Questi provvedimenti potranno essere rinnovati sino al compimento del 25esimo anno. L'udienza si è tenuta a porte chiuse.

Il 13 dicembre scorso, il Tribunale distrettuale di Thun ha condannato il padre 48enne alla detenzione a vita e all'internamento. Il motivo del duplice delitto, secondo l'accusa, fu la vendetta. L'omicida riteneva infatti che il figlio fosse stato vittima durante il suo soggiorno in istituto di vessazioni e punizioni corporali.

A dieci anni di distanza da quei fatti, l'11 maggio del 2013, padre e figlio si presentarono all'istituto per l'infanzia, chiesero dove fosse il direttore (53 anni), lo trovarono in camera da letto e secondo l'accusa lo uccisero brutalmente con una sessantina di coltellate.

La stessa sorte toccò alla sua compagna (51 anni) intervenuta per prestare soccorso e considerata una testimone scomoda. Dopo il delitto la polizia brancolò a lungo nel buio: riuscì a mettere le mani sui responsabili solo 18 mesi più tardi. Durante il processo e la fase istruttoria il principale accusato ha sempre mantenuto il più rigoroso silenzio.

Il tribunale ha accolto pienamente la versione sostenuta dall'accusa, mentre la difesa aveva chiesto l'assoluzione basandosi su dichiarazioni del figlio che si era assunto la responsabilità del delitto affermando che il padre era estraneo alla vicenda. Subito dopo la sentenza l'avvocato difensore aveva annunciato che presenterà appello.

 

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