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SVIZZERA

Povero quasi uno su dieci

Tra fragilità economiche, salute precaria e stigma sociale: cosa racconta il primo monitoraggio sulla povertà.
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Povero quasi uno su dieci
Tra fragilità economiche, salute precaria e stigma sociale: cosa racconta il primo monitoraggio sulla povertà.

BERNA - La Svizzera è un Paese benestante e dispone di una rete di sicurezza sociale ben sviluppata. Eppure vivono anche persone in situazioni economiche precarie. Tra il 2014 e il 2017 il tasso di povertà reddituale in Svizzera è aumentato, per poi attestarsi a un livello tra l’8 e il 9 per cento circa.

Obiettivo... fallito - Durante la crisi economica provocata dalla pandemia di COVID-19 sono state adottate ampie misure di sostegno e non si è registrato alcun aumento del tasso di povertà. L’obiettivo di lungo periodo di ridurre la povertà, che la Svizzera si è impegnata a raggiungere nel quadro dell’attuazione della Strategia per uno sviluppo sostenibile 2030 e negli ultimi tre programmi di legislatura del Consiglio federale (fino al 2027), non è però stato raggiunto.

Opera di riferimento sulla povertà in Svizzera - Questi risultati fanno parte del primo rapporto del monitoraggio della povertà a livello nazionale, che il Consiglio federale ha commissionato in attuazione della mozione 19.3953 («Povertà in Svizzera. Monitoraggio regolare della situazione») della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio degli Stati e approvato nella sua seduta del 26 novembre 2025.

Il monitoraggio analizza la situazione della povertà con indicatori statistici e riunisce le attuali conoscenze del settore della ricerca, della statistica e dell’Amministrazione. Si dispone così per la prima volta di un’opera di riferimento sulla povertà in Svizzera che è fondata su basi solide e tematicamente ampia. Al contempo, il rapporto dà voce anche alle persone con esperienza di povertà tramite diverse storie che precedono la presentazione degli indicatori statistici.

Chi sono i cosiddetti poveri - A essere colpiti dalla povertà reddituale sono relativamente spesso le persone senza attività lucrativa, i genitori soli con figli a carico, le economie domestiche di coppie con molti figli, le persone sole, le persone con un basso livello di formazione e quelle straniere. Le caratteristiche individuali non bastano però per spiegare appieno la povertà.

Le condizioni quadro strutturali influenzano in misura determinante le possibilità di azione e di sviluppo delle persone in questione. Tra queste rientrano ad esempio l’impostazione del sistema di formazione, della custodia di bambini complementare alla famiglia o della copertura del fabbisogno vitale, ma anche le condizioni del mercato del lavoro.

Non solo questione di soldi - La povertà non è soltanto una questione di denaro. Problemi in altri ambiti della vita possono far perdurare situazioni di indigenza. Per questo motivo il monitoraggio analizza la povertà con una prospettiva multidimensionale. Oltre alle condizioni finanziarie, vengono considerati anche sei ambiti della vita: salute, formazione, attività lucrativa, alloggio, relazioni sociali e partecipazione politica. Su questa base, si può ad esempio constatare che circa la metà delle persone colpite da povertà reddituale soffre di malattie croniche. Le persone che non hanno concluso una formazione postobbligatoria vivono in situazione di povertà con frequenza maggiore rispetto alla media.

A volte ritorna - La povertà in Svizzera è raramente duratura, ma spesso si ripresenta. Circa la metà delle persone che escono da una situazione di povertà vi si trova nuovamente nei cinque anni successivi. Più è lungo il periodo di povertà e più si riducono le possibilità di superarlo.

Povertà... trasmissibile - La domanda che molti si fanno è se e la povertà si trasmetta da una generazione all’altra. Non è facile dare una risposta, fa notare lo studio, ma si può dire tuttavia che c'è una «chiara correlazione tra una cattiva situazione finanziaria dei genitori e l’esperienza di deprivazione in età adulta» dei figli.

Problemi di salute - Le persone colpite da povertà reddituale presentano molto più spesso un cattivo stato di salute. Circa la metà soffre di malattie croniche. Inoltre, il loro accesso all’assistenza sanitaria è limitato: il 10 per cento rinuncia a visite necessarie dal dentista per motivi finanziari, a fronte di appena il 4 per cento nel resto della popolazione.

Alloggio, che fatica - Nell’ambito dell’alloggio emergono differenze notevoli: il 90 per cento delle persone colpite da povertà reddituale spende più del 40 per cento del proprio reddito disponibile per le spese di alloggio, a fronte di appena l’8 per cento circa tra le altre persone. Inoltre, le persone colpite da povertà vivono in alloggi sovraffollati nel doppio dei casi rispetto alle altre, il che ha ripercussioni sulla qualità abitativa e sulle possibilità di ritirarsi.

La vergogna di essere poveri - Lo studio fa emergere anche un aspetto che spesso rappresenta un tabù. e persone colpite da povertà reddituale provano più spesso delle altre sentimenti di vergogna nei contatti sociali (rispettivamente 18,4 % e 12,7 %) e si sentono più spesso sottovalutate, escluse o ignorate. Inoltre, hanno più frequentemente l’impressione di non essere fautrici della propria vita: manca loro autonomia e potere di agire.

Base per una strategia nazionale di lotta contro la povertà
Uno dei compiti del monitoraggio della povertà è di mettere a disposizione degli attori politici di tutti i livelli statali le basi decisionali di cui necessitano. Il rapporto fornisce una panoramica degli strumenti e degli attori della politica di lotta alla povertà e illustra le conoscenze disponibili sull’efficacia di diverse misure.

Inoltre, approfondisce il ruolo dell’attività lucrativa e della formazione per la prevenzione e la lotta contro la povertà e analizza le misure nell’ambito della copertura materiale del fabbisogno vitale. In questo modo predispone basi importanti per lo sviluppo della strategia nazionale di lotta contro la povertà, che verrà elaborata in attuazione della mozione 23.4450 della consigliera nazionale Estelle Revaz e verrà sottoposta al Consiglio federale entro il 2027.

Il rapporto è stato elaborato dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali in stretta collaborazione con l’Ufficio federale di statistica, i Cantoni, i Comuni, il settore della ricerca e organizzazioni della società civile. Il secondo rapporto è previsto per la fine del 2030.

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