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SVIZZERA«Dopo cinquanta candidature non ho ancora un lavoro»

06.10.22 - 23:01
I rifugiati provenienti dall'Ucraina hanno difficoltà a trovare lavoro nonostante abbiano un buon livello d'istruzione
20min/Matthias Spicher
«Dopo cinquanta candidature non ho ancora un lavoro»
I rifugiati provenienti dall'Ucraina hanno difficoltà a trovare lavoro nonostante abbiano un buon livello d'istruzione

BERNA - La barriera linguistica, il mancato riconoscimento di diplomi e lauree. Tra l'11 di marzo al 29 settembre sono arrivati in Svizzera 65mila rifugiati ucraini. Di questi, 35mila sono in grado di lavorare, ma solo in 4'500 sono finora riusciti a trovare un impiego. Ciò corrisponde a poco meno del 13%. Ecco alcune delle loro storie.

Nessuna risposta nell'80% dei casi - Aleksandra Pluzhnik ha 24 anni e da marzo cerca un lavoro in Svizzera. Ha una laurea in informatica e lavora da sei anni nel campo della user experience e del product design.

Vive con un'amica a Zofingen (Berna) e ha inviato una quantità considerevole di candidature. «Ne ho già mandate più di 50, ma non ho ancora un lavoro. Nell'80% dei casi non ricevo nemmeno una risposta. È comunque riuscita a ottenere quattro colloqui che sono tutti finiti con una porta chiusa.

«Credo che mi manchino i contatti. So che le buone referenze e le conoscenze sono molto importanti nell'ambito lavorativo», afferma Pluzhnik. Ha persino partecipato agli eventi IT di Zurigo per conoscere potenziali datori di lavoro. Ma neanche questo è servito. «Un altro problema è probabilmente il fatto che non parlo ancora il tedesco, anche se so parlare correntemente l'inglese», osserva.

«La Svizzera è un paese che ci piace» - Quando le viene chiesto se vuole tornare in Ucraina, riflette brevemente: «Se mi avessero fatto questa domanda a marzo, avrei risposto subito di sì, il prima possibile». Ma nel frattempo la giovane donna ha cominciato a nutrire dei dubbi su un futuro nel Paese d'origine: «Se trovassi un lavoro in Svizzera, farei del mio meglio per costruirmi una vita qui».

Pluzhnik non aveva mai avuto intenzione di trasferirsi in Svizzera, ma dopo più di sette mesi di permanenza comincia a piacerle: «Ho incontrato persone meravigliose e adorabili, amo la natura, ma soprattutto mi sento al sicuro».

Psicologo per connazionali - La 42enne Oksana Korin è stata un po' più fortunata. Da luglio lavora come psicologa per l'associazione Ukraine Hilfe Bern. «Ho dovuto spendere molto tempo ed energie. È più difficile trovare un lavoro di quanto pensassi».

Tutto è iniziato con l'idea di offrire aiuto psicologico ai connazionali in arrivo. Ma trovare un impiego nel mercato del lavoro regolare si è rivelato estremamente difficile. «Il mio diploma non è valido in Svizzera, ho dovuto cercare di far funzionare le cose da sola». Perciò ha attirato l'attenzione su Telegram e tramite altri canali social e si è rivolta all'associazione Ukraine Hilfe Bern, a cui ha presentato la sua idea.

Occupazione con contributi sociali - Partita ad aprile con un'idea per un progetto psicologico, oggi Korin ha un lavoro presso l'associazione, uno stipendio e percepisce i contributi sociali. «Sono felice che abbia funzionato». Per la psicologa è chiara la volontà di rimanere in Svizzera fino alla scadenza del suo status di protezione S: «Molte persone qui hanno bisogno del nostro sostegno».

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