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SVIZZERA

La carne "finta" costa davvero troppo

Lo dicono le associazioni dei consumatori. Che chiedono trasparenza sui profitti dei produttori
tipress
Fonte 20 Minuten/Nicolas Meister, Daniel Graf
La carne "finta" costa davvero troppo
Lo dicono le associazioni dei consumatori. Che chiedono trasparenza sui profitti dei produttori
BERNA - Gli alimenti sostitutivi della carne sono in forte espansione da diversi anni in Svizzera. Ma a che prezzo?  Una cotoletta vegetariana spesso costa come o più di una cotoletta di maiale convenzionale. Gli amanti del cibo...

BERNA - Gli alimenti sostitutivi della carne sono in forte espansione da diversi anni in Svizzera. Ma a che prezzo?  Una cotoletta vegetariana spesso costa come o più di una cotoletta di maiale convenzionale. Gli amanti del cibo vegan devono dare fondo al portafogli, e le associazioni dei consumatori non sono contente.

Secondo Josianne Walpen, esperta di cibo presso la Fondazione per la protezione dei consumatori (Sks), è "incomprensibile perché un prodotto sostitutivo possa costare più della carne convenzionale". È vero che si tratta di nuovi prodotti con volumi di vendita ancora relativamente bassi, ma finché i prezzi rimarranno così alti "ridurre il consumo di carne in modo significativo sarà impossibile" dice Walpen. "Per il bene dell'ambiente, tuttavia, è urgente sostituire la carne con prodotti a prezzi accessibili nel rispetto della qualità e della tutela dei consumatori".

Resta comunque difficile dire fino a che punto i consumatori vengono "derubati" dai produttori. "Come per la carne, anche per i prodotti sostitutivi le aziende non rivelano quali sono i loro margini di profitto" spiega Walpen. Migros e Coop, contattate da 20 Minuten, in effetti preferiscono non commentare. Il più grande produttore svizzero di carne, Bell, si limita a sottolineare che "negli ultimi anni le vendite di alternative vegane alla carne hanno mostrato tassi di crescita notevoli e continuiamo a essere convinti del potenziale futuro. Abbiamo solo un'influenza limitata sulle questioni strategiche e sui prezzi, quindi non possiamo commentare".

Anche il consigliere nazionale dei Verdi e agricoltore biologico Kilian Baumann solleva diverse criticità: "Da un lato, la politica doganale di sovvenzioni della Svizzera proviene da un'epoca in cui l'obiettivo principale dell'agricoltura era produrre quanta più carne possibile. Ad esempio, i mangimi per animali sono soggetti a tariffe significativamente inferiori rispetto ai cereali per l'uomo o alle materie prime per la produzione di prodotti sostitutivi vegetariani".

D'altra parte, Baumann critica anche gli alti margini dei produttori. "I prodotti sostitutivi costano ai produttori una frazione dei prodotti a base di carne". Chiede che venga esercitata una pressione politica sull'industria per tagliare i margini e spostare i sussidi dalla carne ai succedanei. "Naturalmente la lobby della carne a Palazzo Federale è contraria. Ma i fatti sono sul tavolo: i sostituti della carne danno un contributo significativo alla riduzione dell'impronta ecologica".

Secondo Baumann, i prezzi possono essere ridotti anche attraverso la concorrenza. "Promuovendo le start-up che producono in Svizzera con materie prime locali, la gamma potrebbe essere ampliata". Il consigliere nazionale UDC Mike Egger, membro dell'Associazione della carne di San Gallo e del consiglio di amministrazione di una macelleria, la vede in modo molto diverso: "C'è una forte tendenza politica, UFSP e UFAM stanno provando a costruire e dirigere una strategia nutrizionale e tendono a sminuire la carne e i prodotti di origine animale in generale. L'amministrazione pubblica sta adottando un atteggiamento ostile nei confronti della carne e questo é scientificamente scorretto".

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