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SVIZZERA

«È come se gli svizzeri avessero disimparato a volare»

Covid, scioperi, ritardi e mari di valigie. In aeroporto i nervi sono a fior di pelle, ed è boom di scatti d'ira estrema
Reuters
L'aeroporto di Zurigo, in una foto scattata a metà giugno.
«È come se gli svizzeri avessero disimparato a volare»
Covid, scioperi, ritardi e mari di valigie. In aeroporto i nervi sono a fior di pelle, ed è boom di scatti d'ira estrema
Nel post-pandemia, fra insulti, sputi e aggressioni fisiche, la polizia di Kloten interviene circa una volta al giorno.
ZURIGO - Una voglia partire talmente febbricitante che ogni disagio si tramuta in un ostacolo insormontabile e - appena qualcosa va storto - la furia esplode in maniera (anche) incontenibile. Dalla fine della pandemia a oggi c'è stato un vero...

ZURIGO - Una voglia partire talmente febbricitante che ogni disagio si tramuta in un ostacolo insormontabile e - appena qualcosa va storto - la furia esplode in maniera (anche) incontenibile.

Dalla fine della pandemia a oggi c'è stato un vero e proprio boom di interventi della polizia aeroportuale in quel di Zurigo Kloten, come confermato da Swissport, la maggiore agenzia elvetica del personale di terra. Si parla di un passaggio a un intervento al mese a quasi uno al giorno, e - puntualizza l'azienda - gli agenti vengono mobilitati solo «se si tratta di situazioni veramente gravi».

C'è chi, al momento di perdere la brocca, urla, insulta e minaccia. C'è chi addirittura sputa, prova a scavalcare il gate e aggredire il personale. In alcuni casi estremi, i passeggeri iracondi aspettano gli addetti alla fine del turno per poi piantonarli per tutto l'aeroporto.

«È come se gli svizzeri avessero disimparato a volare», spiega al quotidiano un impiegato che ha voluto restare anonimo e che descrive momenti davvero tesi al check-in e all'imbarco, «da una parte è come se per loro quello di decollare sia un diritto inalienabile e guai a toglierglielo, dall'altra però chi viaggia è davvero goffo capita che li devi assistere così tanto che ancora un po' devi aiutarli tu a sistemare il bagaglio se ha un peso eccessivo...».

Ad alzare la tensione non ha di sicuro aiutato anche il coronavirus e le complicazioni introdotte dalle misure così come i notevoli disagi internazionali (fra scioperi e quant’altro) di questa prima estate post-pandemia, senza contare la guerra in Ucraina che ha sigillato una parte non trascurabile dei cieli orientali.

Dulcis in fundo, chi viaggia oggi lo fa con molte più valigie (il totale è 5 volte superiore allo standard pre-pandemico) e questo comporta ulteriori disagi tanto per i passeggeri quanto per il personale aeroportuale (che è allo stremo).

Stando al sindacato VPOD il numero di burnout è in crescita per il personale di terra. Il motivo, stando al sindacalista Stefan Brülisauer riguarda il fatto che «tutti sono costantemente sotto stress e mancano figure di supervisione che possano aiutare a gestire le emergenze».

Su questa situazione già assai pesante aleggia anche la disdetta del contratto collettivo da parte del personale di Swissport, la decisione porterà verosimilmente a mobilitazioni ma non è ancora chiaro quando e di quale durata.

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