Quelle 6'000 aziende che non riceveranno alcun aiuto

Si tratta delle imprese fondate dopo lo scoppio della pandemia. Non rientrano nei cosiddetti casi di rigore.
«Si tratta di una discriminazione», tuona l'Unione svizzera delle arti e mestieri. Che chiede un adeguamento al Consiglio federale.
BERNA - Nonostante la nuova chiusura forzata imposta dalle autorità circa 6000 aziende svizzere non riceveranno alcun risarcimento dallo Stato nell'ambito della normativa per i cosiddetti casi di rigore legati al coronavirus: lo afferma la SonntagsZeitung.
Le imprese in questione sono quelle fondate dopo il primo marzo 2020 e quelle appena iscritte nel registro di commercio dopo una fusione, un'acquisizione o una ristrutturazione.
«Questa disparità di trattamento è discriminatoria», ha scritto l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) in una lettera al consigliere federale Ueli Maurer, di cui riferisce il domenicale. Secondo l'organizzazione sono urgentemente necessarie correzioni e adeguamenti degli strumenti di compensazione.
Anche l'associazione dei ristoratori Gastrosuisse è insoddisfatta dell'operato del governo. In una lettera ai consiglieri federali Ueli Maurer e Guy Parmelin considera insufficienti gli aiuti d'urgenza decisi dall'esecutivo.




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