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ZURIGOCommessa si licenzia perché non vuole indossare la mascherina

05.09.20 - 08:00
Sebbene sia una minoranza, sempre più persone si oppongono alle misure anti Covid decise dalle autorità.
Zvg
Isa Lüber, la commessa zurighese che non voleva la mascherina
Isa Lüber, la commessa zurighese che non voleva la mascherina
Commessa si licenzia perché non vuole indossare la mascherina
Sebbene sia una minoranza, sempre più persone si oppongono alle misure anti Covid decise dalle autorità.
Isa Lüber è una di loro e qui spiega la sua visione del mondo controcorrente. Molte sue affermazioni vengono però smentite dall'Ufficio federale della sanità pubblica.

ZURIGO - Le cronache ogni tanto riportano le notizie di persone che rifiutano d'indossare le mascherine protettive. Sarebbero una minoranza, ma ci sono. Tra queste c’è Isa Lüber, commessa in un negozio di Zurigo, cantone dove dallo scorso 27 agosto c’è l'obbligo della protezione facciale sia per i dipendenti che per i clienti. Su Facebook la commessa ha scritto un post: «Ho preso una decisione difficile». Isa è molto scettica sul ruolo della mascherina, e proprio non ce l’ha fatta di andare contro i suoi principi, tanto che ha deciso di licenziarsi. «Mi affido ora a quel che viene». Non perde le speranze anche perché in queste ore sta ricevendo decine di messaggi di sostegno. «Ho ricevuto così tanti messaggi fantastici e alcune richieste di amicizia su Facebook. Mi è stato persino offerto del cibo. Questa è la cosa bella del coronavirus, le persone si aiutano a vicenda». Le abbiamo fatto una lunga intervista.

Signora Lüber, lei dunque nega l’esistenza del coronavirus?
«No, sono solo scettica».

Qual è la differenza?
«Credo che il virus esista. Ma penso che le misure siano eccessive».

Secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica, dall'inizio dell'epidemia sono morte oltre 1.700 persone per il Covid-19 in Svizzera.
«Non è vero. Forse sono morti con il Covid, ma certamente non per colpa del Corona».

Quindi secondo lei non ci sono morti dovute al coronavirus.
«Forse alcune. Una donna di 86 anni potrebbe morire anche d'influenza stagionale. I numeri sono intrecciati in modo che possano essere associati al Covid».

Secondo lei chi starebbe stravolgendo i dati?
«Difficile dirlo. Ci potrebbe essere dietro una spiegazione politica. Si vuole tenere il popolo in una situazione di panico».

E che vantaggio ne deriverebbe?
«Non lo so. Semplicemente non vedo alcun motivo nell'indossare mascherine».

Cosa direbbe alle persone che hanno perso un familiare a causa del Covid?
«Dico solo che non sono morti di, ma con, il coronavirus. Queste persone erano così deboli che sarebbero morte comunque d'influenza stagionale.

Ha lasciato il lavoro a causa dell’obbligo d'indossare la maschera. Perché?
«È contro i miei principi. Ho qualche problemino con gli obblighi. Tutti dovrebbero essere in grado di decidere da soli se vogliono proteggersi o meno».

Con la maschera si proteggono anche gli altri. I gruppi a rischio, per esempio.
«Ci sono altri modi per farlo. Gli anziani e altri pazienti ad alto rischio potrebbero semplicemente rimanere a casa».

Molti esperti sono favorevoli all’obbligo della mascherina.
«Ci sono scienziati che non sono d’accordo. Chi non la indossa è considerato un teorico della cospirazione. Ma se così tante persone sono d’accordo è ancora una cospirazione?».

Intende dire che una cospirazione ha pochi sostenitori?
«Sì. Quando così tante persone sono della stessa opinione, la ragione deve essere un’altra».

E quale sarebbe?
«Che l’obbligo della mascherina è eccessivo».

Lei si sposta con i mezzi pubblici?
«Lo evito. Ma se devo salire su un treno, mi metto la mascherina. Altrimenti prendo l’auto».

Cosa pensa di chi indossa di propria iniziativa la mascherina?
«Che è un loro diritto. Sono io semmai a essere privata della scelta di non farlo».

Cosa pensa chi le sta attorno del suo atteggiamento?
«Da allora ho avuto molti meno contatti con mia madre e con alcuni amici che non condividono la scelta. Perché evitiamo di parlarne».

Questo la fa sentire sola?
«No, io rispetto questa libertà. In definitiva il coronavirus è una guerra di religione tra fedeli e negazionisti».

Lei da che parte sta?
«Non voglio parteggiare».

Cosa dovrebbe accadere per giustificare le misure Covid?
«Ospedali sovraffollati e medici allo stremo. Un po’ come nel Medioevo con i cadaveri per le strade».

Ma le misure non vogliono proprio impedire questi scenari?
«Siamo seri. Negli ultimi mesi si è fatta la spesa senza maschera e i numeri non sono aumentati».

In realtà i contagi aumentano…
«No. Se mettiamo in relazione il numero delle infezioni a quello dei test, si vedrà che i numeri non sono cresciuti. Non occorre essere matematici. Mi sento defraudata».

Ma chi sarebbe interessato a manipolare i numeri e le informazioni?
«Non lo so davvero. Me lo chiedo da settimane e non trovo una risposta».

Si è fatta qualche idea su chi potrebbe esserci dietro?
«Sono solo una semplice commessa. Forse vogliono vendere un vaccino per miliardi. Non lo so».

Che rapporto ha con i media?
«I media travisano molto. Qualche giorno fa c’è stata a Berlino una manifestazione contro i provvedimenti. Erano oltre due milioni. Ma i media svizzeri hanno riferito solo di diverse migliaia».

Come fa a sapere che erano due milioni?
«Dalle riprese con i droni. Vedi le persone e puoi approssimativamente calcolarlo».

Qual è la sua fonte dei filmati?
«Youtube».

Cosa leggerebbe volentieri sul coronavirus?
«Più positività».

D’accordo, ma qualche esempio?
«I media non dovrebbero più parlare di Covid».

Non pensa che le misure anti Covid possano avere dopo tutto un senso?
«Non ho paura. Siamo mortali».

Vuol dire che non si cura quando è malata?
«Esatto. Ma se devo, solo con farmaci a base vegetale».

Quindi non si vaccinerebbe contro il Covid?
«Non lo prenderei, né io né i miei figli di 16 e 12 anni. Se si ammalano, guariranno. Altrimenti, è la vita».

Si ritiene una no-vax?
«No, la vaccinazione contro, ad esempio, il tetano ha senso».

Tornando alle misure, cosa si aspetta dal Governo?
«Che si alzino e dicano: «Sì, vediamo che ci siete». Bisogna iniziare un dialogo. Spero in un lieto fine».

E come sarebbe questo lieto fine?
«La vita normale deve continuare. Non è possibile vivere nella paura. Questo è terrorismo».

Isa Lüber vive ora dei suoi risparmi. Con il suo negozio online intende vendere i suoi saponi fatti in casa. Il suo sogno era mettersi in proprio, ma poi è arrivato il Covid. «Sono una hippie, un’artista nella vita» dice. Nel peggiore dei casi cercherà un lavoro che non imponga la mascherina. Ma si dice ottimista. «Vediamo come andrà con il “Corönchen”».

Le tesi smentite dall'Ufficio di sanità pubblica: «I positivi sono in aumento anche percentualmente»
Numerosi aspetti sollevati da Isa Lüber nell’intervista sono contraddetti dall’Ufficio federale della sanità pubblica: «Il rischio che una persona anziana muoia di Covid è superiore a quello di una normale influenza. Ci sono morti da Covid tra persone con un’età compresa tra i 40 e i 65 anni che prima erano completamente sane» sottolinea l’Ufsp. Che smentisce pure la donna sul fatto che il numero dei contagi sta salendo perché aumentano i test: «Il numero positivi rispetto al totale dei test è cresciuto nelle ultime settimane. Dallo 0.5 al 4%».

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