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SVIZZERA / CINA

Lo svizzero che si scaglia contro i manifestanti di Hong Kong

Angelo Giuliano si schiera apertamente a favore del governo cinese. «Io so cos'è la democrazia, voi non ne capite nulla»
Lo svizzero che si scaglia contro i manifestanti di Hong Kong
Twitter Angelo Giuliano
Lo svizzero che si scaglia contro i manifestanti di Hong Kong
Angelo Giuliano si schiera apertamente a favore del governo cinese. «Io so cos'è la democrazia, voi non ne capite nulla»
HONG KONG - Sono passati ben sette mesi dall’inizio delle manifestazioni a Hong Kong contro la legge sulle estradizioni in Cina, poi allargatesi per rivendicare riforme democratiche. I dimostranti non arretrano sulle richieste, a partire dal su...

HONG KONG - Sono passati ben sette mesi dall’inizio delle manifestazioni a Hong Kong contro la legge sulle estradizioni in Cina, poi allargatesi per rivendicare riforme democratiche. I dimostranti non arretrano sulle richieste, a partire dal suffragio universale per l’elezione della carica di governatore (oggi scelto da un’élite di 1’200 cittadini che rappresentano gruppi d’interesse). E vogliono giustizia anche per i manifestanti maltrattati dalla polizia durante le proteste e per quelli arrestati che rischiano anni di carcere.

Uno svizzero a Hong Kong - Ma ci sono anche voci fuori dal coro. Una è quella di uno svizzero il cui nome sta facendo il giro del web, soprattutto sui social network. Lui è Angelo Giuliano, ha 50 anni ed è di Montreux. In un video che risale al 31 gennaio lo si vede mentre urla contro i manifestanti, prendendo le difese degli agenti di polizia, che gli stringono la mano. «Vivo qui da 25 anni, questa è la mia casa - risponde a chi controbatte tra la folla -. Sono svizzero e so cos’è la democrazia, voi non ne capite nulla. Questa è Cina, voi siete cinesi. Leggetevi la storia. Loro (rivolto agli agenti, ndr) sono la polizia migliore del mondo. Dovete esserne fieri».

Il nome circola sul web - Un discorso che ha avuto migliaia di visualizzazione ed è stato ritwittato altrettante volte. Giuliano accusa i manifestanti di avere subito «il lavaggio del cervello» e i media di diffondere «fake news». Sul web le reazioni si dividono tra chi lo appoggia e chi lo insulta. «È pagato dal governo», «è la vergogna del mondo occidentale», è «un nazista», scrive qualcuno.

«Non voglio una guerra civile» - La gente online si domanda quali interessi abbia Angelo Giuliano a scagliarsi contro le proteste e a difendere il governo cinese. Noi lo abbiamo domandato direttamente a lui. «Amo la Cina. È diventata la mia seconda casa - risponde -. Ho grande rispetto per la direzione che sta prendendo il Paese. Ha risollevato 600 milioni di persone dalla povertà. È il futuro per un mondo più sostenibile, che controbilanci l’egemonia americana». E spiega anche di non volere che Hong Kong si trasformi in una guerra civile. «Per questo mi esprimo».

Contro la violenza e gli Usa - Lo svizzero desidera inoltre denunciare «le violenze estreme e il razzismo contro i cinesi» a cui assiste da più di sei mesi. «Hanno pugnalato al collo un agente e solo nell’ultima settimana sono state piazzate due bombe», racconta. Giuliano è convinto che quella di Hong Kong sia «una rivoluzione travestita», una “guerra per procura” degli Stati Uniti. «E i cittadini di Hong Kong sono le vittime che stanno nel mezzo. Ai giovani viene fatto il lavaggio del cervello. I libri che usano sono gli stessi che c’erano sotto la colonizzazione britannica. I media sono controllati dalle lobby contrarie alla Cina».

Fiero della democrazia svizzera - Nei numerosi interventi sui social e nelle trasmissioni televisive, Angelo Giuliano sottolinea più volte di essere svizzero. «Onestamente credo che la Svizzera abbia di gran lunga il miglior sistema economico e politico e sono orgoglioso di essere un cittadino rossocrociato e della nostra democrazia diretta», ammette. Ma «la democrazia è un processo» a cui si giunge «con la giusta maturità». Anche per questo si dice contrario all’interferenza degli Stati Uniti a Hong Kong. «Sono fiero di essere svizzero e sarò felice di tornare alla mia vita quando le violenze si fermeranno».

 

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