Cerca e trova immobili
PICCOLE STORIE

«I ticinesi del 1984? Un bel gruppo, alcuni sono diventati professionisti»

Hockey minore: James Andreoli ha raccontato alcuni aneddoti: «Dopo due finali perse vogliamo vincere il campionato».
Foto JA
«I ticinesi del 1984? Un bel gruppo, alcuni sono diventati professionisti»
Hockey minore: James Andreoli ha raccontato alcuni aneddoti: «Dopo due finali perse vogliamo vincere il campionato».
Il 40enne è cresciuto nelle giovanili del Lugano: «L’hockey ha sempre fatto parte della mia vita e anche se non sono diventato un professionista, mi ha regalato delle emozioni incredibili».
SPORT: Risultati e classifiche

TAVERNE - A quasi 41 anni James Andreoli non vuole saperne di appendere i pattini al chiodo. Il percorso sportivo del difensore ticinese – che non è mai diventato un professionista – si è svolto prevalentemente nelle categorie dell’hockey minore.

Il 40enne è cresciuto nel settore giovanile del Lugano, dove ha fatto tutta la trafila, dopodiché ha difeso i colori del Chiasso – in Seconda Lega (2003/2006) – e del Ceresio, in Prima Lega (2006/2010). In seguito è nato il primo dei suoi quattro figli, motivo per cui ha deciso di fermarsi e dedicarsi alla famiglia, oltre a concentrarsi sulla sua attività professionale nell’ambito degli impianti sanitari e dei riscaldamenti. La lontananza dal ghiaccio si è però fatta sentire, così nel 2014 – dopo quattro anni di pausa e spinto da alcuni amici – è ritornato sui pattini nella “Lega Hockey Amatori Lugano”, una sorta di Quarta Divisione. «La bellezza dello spogliatoio è unica ed è per questo che dieci anni fa ho deciso di tornare in pista con il “Ciapett Hockey Team”», sono state le parole di James, titolare della ditta Andreoli Impianti. «Oltre a praticare nuovamente la mia passione ho infatti ritrovato tutte le dinamiche dello spogliatoio, che posso condividere con un gruppo di veri amici. In ogni caso la squadra ha una buona struttura, il roster è formato da 15 giocatori, 2 portieri e 1 allenatore, spalleggiati da un presidente – che si occupa dell’aspetto finanziario – e da un comitato».

Com’è il programma stagionale? « Il campionato è ben organizzato, dura da settembre a marzo ed è composto da 14 squadre. Ognuna disputa 26 match di regular season, con le prime otto che si qualificano per i playoff. Gli allenamenti sono invece in agenda tutti i martedì a Bellinzona, mentre le partite ogni domenica alla Cornèr Arena e a fine estate è previsto un campo di allenamento di tre giorni, con tanto di amichevole contro la squadra locale. Abbiamo inoltre già partecipato a qualche torneo internazionale – come il campionato del mondo amatoriale in Canada – e quest’anno vorremmo andare a Praga. Essendo soggetti a delle spese annuali di circa 10'000 franchi, ognuno di noi contribuisce con una tassa e per sostenerci organizziamo anche degli eventi, come la tombola di Carnevale».

Come reputi il campionato? «Il livello è abbastanza alto. Molti iscritti hanno infatti iniziato a giocare a hockey da bambini, mentre altri arrivano dal mondo dello skater. Sono di conseguenza quasi tutti in possesso delle basi di questo sport, motivo per il quale durante le partite è presente un certo agonismo. In amichevole abbiamo anche già battuto delle formazioni di Terza Lega, che sulla carta sono più forti di noi. L’obiettivo? Dopo due finali perse, vogliamo vincere il campionato».

Nel suo percorso giovanile il sottocenerino ha anche militato in tutte le categorie della Selezione Ticino, dove ha condiviso lo spogliatoio con alcuni elementi che hanno poi vissuto la Lega Nazionale. «Sono stato fortunato, perché l’annata del 1984 si è rivelata in generale buona per l’hockey svizzero e anche diversi ticinesi sono diventati dei professionisti, fra questi Mattia Bianchi, Roman Botta e Alan Tallarini. In bianconero ho poi giocato con Raffaele Sannitz e Gregory Christen, mentre nel Ceresio con dei personaggi del passato come Ruben Fontana, Beat Eggimann e Bruno Zimmermann. In quest’ultima esperienza nel roster era presente un giovanissimo Elias Bianchi – in prestito dal Lugano – il quale a 17 anni era già una spanna sopra gli altri. Gli avversari più forti? Ricordo Victor Stancescu, Beat Gerber, Martin Stettler e Andres Ambühl».

Nel 1997 Andreoli è stato convocato dalla selezione della Svizzera Centrale al prestigioso torneo Pee-Wee U14 di Québec. «È stata un’esperienza indimenticabile. Con le varie selezioni ho avuto la fortuna di visitare molti Paesi – soprattutto in Nord America e in Scandinavia – e di partecipare a numerosi tornei, come le mini Olimpiadi giovanili di Arge Alp. L’hockey ha sempre fatto parte della mia vita e anche se non sono diventato un professionista, mi ha regalato delle emozioni incredibili».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Ivi72 1 sett fa su tio
Ho avuto il piacere di giocare con e contro James. Bravo ragazzo e tanto talento!

Renatino 1 sett fa su tio
Bravo! Fa piacere vedere persone motivate e soddisfatte di quello che fanno e che non dipendono dal numero di followers o di like per essere sereni. Complimenti!

Maverik 1 sett fa su tio
Fa una certa impressione sentir parlare di Andres Ambuhl…e sapere che è ancora in attività… e non sfigura.. anzi!!! Chapeau
NOTIZIE PIÙ LETTE