Toto Wolff, l’uomo d’acciaio… con un cuore pieno di crepe (e fascino da vendere)

Il team principal della Mercedes ha svelato il suo lato più nascosto
Certezze ferree ottenute con delicatezza.
Il team principal della Mercedes ha svelato il suo lato più nascosto
Certezze ferree ottenute con delicatezza.
LAS VEGAS - Oggi, ne "I Racconti della F1", vi porto dietro le quinte di una figura che gli appassionati conoscono benissimo… e che il pubblico femminile di certo non ignora. Parliamoci chiaro: è uno di quei tipi che, quando entra in una stanza, non devi nemmeno voltarti per capire chi è. Postura impeccabile, sguardo che buca lo schermo… e un fascino che potresti quasi misurare in cavalli vapore.
Sì, avete già capito. Toto Wolff.
Team principal della Mercedes, azionista del gruppo tedesco, manager 2.0 fatto e finito: il prototipo dell’uomo che pare scolpito nella granitica sicurezza dei vincenti. Almeno… così sembra.
Già, perché c’è un “ma”. Ed è proprio questo “ma” che rende Toto ancora più interessante.
In un’intervista di qualche tempo fa, il 53enne ha svelato un lato di sé che nessuno si sarebbe aspettato: fragile, sensibile, profondamente umano. Roba che ti spiazza, soprattutto quando arriva da uno che in TV appare invincibile.
Ha confessato: «Io un uomo di successo? Sono caduto molte volte. Vedo uno psicologo dal 2004, ho accumulato più di 500 ore. Ho problemi mentali. Cercare aiuto è un modo per superarli… Le persone molto sensibili, anche se di incredibile successo, sono vulnerabili. Quando ero piccolo ho perso mio padre, malato di tumore al cervello per dieci anni. È una cicatrice che porto ancora. A volte ho incubi e mi sveglio sentendomi solo».
Un colpo al cuore. E anche un enorme dieci e lode. Perché serve più coraggio a mostrarsi nudi che a vincere una gara. Quelle parole, dette al Times e al Daily Mail, ci ricordano che la forza non è marmo, ma un equilibrio delicato di cadute e risalite. E che proprio quelle cicatrici hanno modellato il leader che conosciamo oggi.
E non è l’unico: in F1 ormai accanto ai piloti non ci sono solo i tecnici, ma anche psicologi e mental coach. Lando Norris, per esempio, segue un percorso di supporto mentale dichiarato apertamente. Insomma, anche in un mondo fatto di velocità e adrenalina… restiamo esseri umani.
Ma ora, basta introspezioni. È tempo di rimettere le mani sul volante e giù il piede sul gas: nel weekend si corre a Las Vegas, e la città degli eccessi promette scintille vere, non solo quelle delle slot machines.
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Alla prossima… e tenetevi forte.








