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MOTOGP"Tormento" Marquez tra errori e incertezze: «Avrei messo i fissatori esterni»

05.12.20 - 12:00
Dopo la terza operazione all'omero, restano incerti i tempi di recupero di Marc Marquez. La parola al Dottor Costa
keystone-sda.ch (ROMAN RIOS)
"Tormento" Marquez tra errori e incertezze: «Avrei messo i fissatori esterni»
Dopo la terza operazione all'omero, restano incerti i tempi di recupero di Marc Marquez. La parola al Dottor Costa
Il noto medico, fondatore della clinica Mobile, ha parlato in un'interessante intervista pubblicata su "moto.it".
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MADRID - Finito sotto i ferri per la terza volta, Marc Marquez - dopo aver perso l’intero Mondiale 2020 - rischia seriamente di saltare anche l'inizio di quello del 2021. C'è chi parla già di altri sei mesi di stop, dopo l'intervento effettuato per rimuovere la placca precedente e il posizionamento di una nuova placca con l’aggiunta di un innesto osseo iliaco con lembo corticoperiosteo.

Il Dottor Costa, fondatore della clinica Mobile e medico noto a tutti gli appassionati di motori, ha parlato in un'interessante intervista pubblicata su "moto.it". «Se hanno fatto un bell’intervento il recupero potrebbe essere vicino ai quattro mesi - spiega il 79enne - I medici che sono intervenuti mi convincono, ma al momento non abbiamo molti dettagli sulla tecnica utilizzata e sulla prognosi».

Per Claudio Costa c’erano due possibilità di intervento. «Accorciando l’omero, tagliando sopra e sotto, applicando gli innesti ossei nel cosiddetto “panino” e poi mettendo dei fissatori esterni. In questo caso basterebbero quattro mesi per un buon recupero. Se invece, come pare, hanno fissato l’osso applicando una placca, i tempi si allungherebbero: almeno sei mesi».

Il dottore si sofferma poi sugli errori commessi in settembre. «Il primo è stato mettere una placca invece di inserire un chiodo intramidollare». Viste le difficoltà nella guarigione, il Dottore sarebbe intervenuto subito con la tecnica dei fissatori. «Attendere due mesi non è servito a niente, le probabilità di una svolta spontanea erano molto basse. Io avrei accorciato l’omero di circa tre centimetri: un braccio un po’ più corto non è così penalizzante, non è una gamba che ti costringe a zoppicare. L’avrei fatto per eliminare con sicurezza il focolaio che non vuole guarire. I fissatori esterni mi permettono di comprimere progressivamente i due tronconi dell’omero, giorno per giorno, accelerando la guarigione».

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