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EURO 2020Il “calcio totale” del genio Johan Cruijff

25.06.21 - 22:22
Per Cruijff, fuoriclasse assoluto, il calcio non significava solo sport o lavoro. Era la sua ragione stessa di vita.
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Il “calcio totale” del genio Johan Cruijff
Per Cruijff, fuoriclasse assoluto, il calcio non significava solo sport o lavoro. Era la sua ragione stessa di vita.
Il calcio sarà per sempre grato al leggendario numero 14.
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Articolo redatto da Matteo Casari

AMSTERDAM - «Giocare a calcio è molto semplice, ma giocare semplice nel calcio è la cosa più difficile che ci sia». Il secondo miglior calciatore del secolo secondo la International Federation of Football History and Statistics, dietro solo a Pelé, è stato un vero e proprio rivoluzionario di questo sport. Si potrebbe quasi dire che esistano due epoche nel calcio: una prima di Johan Cruijff e una dopo Johan Cruijff.

Insieme al suo mentore e allenatore Rinus Michels, il fuoriclasse fu il precursore del “calcio totale”, un sistema di gioco in cui non si hanno ruoli fissi, dove vige il credo di “attaccare lo spazio”. Uno stile incarnato come giocatore e perseguito poi come allenatore. Finché gli avversari non si adattarono, la squadra in cui giocava Cruijff vinceva e basta, come testimoniano le tre Coppe dei Campioni consecutive tra il ’71 e il ’73 con l’Ajax, titoli a iosa conquistati con Ajax e Barcellona, il secondo posto al Mondiale del ’74 e il terzo nell’Europeo del ’76, a cui vanno aggiunti ben tre Palloni d’oro.

Vinse tutto anche come allenatore, principalmente nella sua seconda casa di Barcellona. Nato e cresciuto nella periferia di Amsterdam, la famiglia tirava avanti con un negozio ortofrutticolo, ma quando il padre se ne andò prematuramente, fu proprio il calcio a salvare la sua vita e quella dei suoi familiari. Johan divenne una stella delle giovanili dell’Ajax e l’allora vicepresidente del club olandese trovò a sua madre un lavoro come donna delle pulizie dello stadio.

Nel contesto calcistico conobbe anche sua moglie, Danny Coster, fotomodella e figlia del commerciante di diamanti Cor Coster, incontrata al matrimonio di un compagno di squadra. L’altra grande passione del Tulipano d’oro, il fumo, lo portò via troppo presto, ma lottò per gli altri una volta capito il suo errore. Un campione, un uomo elegante dentro e fuori dal campo, un tuttofare col pallone come nella vita, il calcio sarà per sempre grato al leggendario 14.

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COMMENTI
 

Aka05 2 anni fa su tio
A mio parere il più forte..
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