Si spacca il calcio giovanile ticinese

I giovani bianconeri e quelli granata presto avversari?
Lugano pronto a un matrimonio, ma il Bellinzona non ci sta.
I giovani bianconeri e quelli granata presto avversari?
Lugano pronto a un matrimonio, ma il Bellinzona non ci sta.
LUGANO / BELLINZONA - Il pallone giovanile ticinese è vicino a un punto di svolta. Conoscete il Team Ticino? Bene, quello al quale eravate abituati non esisterà più. Di onde belle grosse, chi negli anni ha gestito il calcio d’élite, ha dovuto affrontarne molte; all’orizzonte ce n’è però una che, come quella del cinematografico Poseidon - originale e remake - sembra non dare scampo.
Riavvolgiamo il nastro e proviamo a spiegare dal principio. Al momento il consiglio del Team Ticino è composto da membri del Lugano, del Bellinzona e della Federazione Ticinese di calcio. Ancora per poco: già data disdetta alla convenzione, il club bianconero, con tutti i suoi consiglieri, è infatti in uscita al 30 giugno 2026.
Dal 1. luglio, come da incarico ricevuto dall’Associazione Svizzera di Football (ASF) nel dicembre 2024, la società di Cornaredo sarà “Capofila del partenariato ticinese. Le squadre giovanili U21, U19, U17, U16 ed Elite saranno integrate nel FC Lugano SA.” Tale incoronazione darà la possibilità ai bianconeri di “scegliere la società partner” che però “per garantire una copertura geografica ottimale dell’intero Cantone Ticino, è obbligatorio che sia del Sopraceneri”.
Tutto ciò, che presumibilmente verrà illustrato dal club sottocenerino nella conferenza indetta per il prossimo giovedì, farà cambiare la geografia del calcio del nostro cantone. Perché, per la collaborazione futura, Martin Blaser e i suoi non hanno puntato sul Bellinzona, andando così a “riformare” quello che era il Team Ticino, bensì - anche se l’ufficialità manca - sul Giubiasco.
In verità, qualche scambio con l’ACB c’è stato: le richieste bianconere sono tuttavia state considerate improprie, siccome fondate su visioni a senso unico, lasciando pochissimi spazi a negoziati. Tra le tante, nella Capitale hanno storto il naso, quando, come da comunicazione dell’ASF, i cugini hanno sottolineato che la U15 era l’ultima categoria nella quale i giovani avrebbero potuto vestire la maglia granata.
Bellinzona comunque non ci sta, convinto del fatto che una divisione netta del calcio d’élite ticinese non sarebbe il meglio per i giovani e che, anche e non secondario, l’“autorizzazione a procedere” ottenuta nel Sottoceneri potrebbe non essere propriamente legittima e non reggere a fronte delle disposizioni FIFA.
Che il Lugano possa scegliere, decidere, imporre, è corretto? Ci sono le basi legali? «A mio avviso, la questione è dubbia. Ne parleremo comunque mercoledì a Berna - ci ha spiegato Brenno Martignoni Polti, presidente dell’Associazione Calcio Bellinzona e qui agente anche per la prima squadra - a colloquio con l’ASF, di preciso con Patrick Bruggmann e Marc Hottiger, ovvero i due dirigenti che hanno sottoscritto il documento inviato alla FC Lugano SA. In questo senso, la conferenza del Lugano per spiegare come vede il calcio d’élite dal 1. luglio 2026, potrebbe essere infelicemente prematura. Il bene dei giovani, della Svizzera italiana tutta, deve essere messo al primo posto, dobbiamo lavorare per quello. Per questo non chiudiamo certo al dialogo con il Lugano. Ciò nondimeno, partendo dal fatto che pure il Bellinzona è interlocutore. E che gli vanno riconosciuti ruolo e responsabilità verso quanto già porta avanti, con serietà e impegno, da anni, avuto riguardo delle giovani leve e del loro futuro. Senza disattendere che la sua prima squadra milita in Challenge League».
Ribaltoni in vista? La questione sembra tutt’altro che decisa e definita.








