«Il gol di Muntari è stato il mio più grande errore»

Paolo Tagliavento smette e si racconta: «L’uomo che sono oggi lo devo al fatto di aver scelto di fare l’arbitro a 17 anni. Le manette di Mourinho? Mi diedero fastidio solo per un attimo»
ROMA (Italia) - Da qualche giorno è un ex arbitro. Paolo Tagliavento smette e si racconta in un'intervista al "Messaggero" in cui parla dei momenti belli e meno belli della sua carriera. Il fischietto si ricorda ancora per quel gol di Muntari in Milan-Juventus, con la palla che era abbondantemente entrata oltre la linea della porta di Buffon, che non venne clamorosamente visto né convalidato:
«Sì, quello è stato il mio errore più evidente. Che oggi si sarebbe evitato in un decimo di secondo». C'era sempre Tagliavento in quell'Inter-Samp con le manette di Mourinho: «Solo per un attimo mi diedero fastidio, perché poi tutti i commenti mediatici e quelli del mio organo tecnico conclusero che avevo diretto molto bene. Non ho realizzato ancora di essere un ex. Questo, per noi, è solitamente il periodo delle vacanze. Me ne renderò conto solo a luglio...».
La carriera? «Ho fatto quello che ho meritato di fare. Mi sarebbe piaciuto dirigere una finale Mondiale o di Coppa europea, ma se qualcuno è andato più avanti di me, vuol dire che era più bravo. Ho ricevuto tanto, perché l’uomo che sono oggi lo devo al fatto di aver scelto di fare l’arbitro a 17 anni. Quando scegli questo percorso, impari a prendere da solo decisioni già all’età di 15-17 anni: è così che impari a crescere prima. Lo dico sempre nelle scuole dove sono invitato». Insieme a Rizzoli e Rocchi ha guidato la squadra del rilancio arbitrale dopo Calciopoli: «Quello è stato un periodo tremendo. Personalmente ho vissuto giorni terribili, che per fortuna sono durati poco».



