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John Slettvoll: "A Lugano il potere è nelle mani sbagliate"

L’ex allenatore bianconero commenta le nove sconfitte consecutive della squadra criticando non solo giocatori come Robitaille e Domenichelli, ma anche lo staff tecnico e il presidente Silvio Laurenti
John Slettvoll (Keystone/Karl Mathis)
John Slettvoll: "A Lugano il potere è nelle mani sbagliate"
L’ex allenatore bianconero commenta le nove sconfitte consecutive della squadra criticando non solo giocatori come Robitaille e Domenichelli, ma anche lo staff tecnico e il presidente Silvio Laurenti
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UMEA - La serie negativa del Lugano non lascia indifferente nessuno, tantomeno il suo ex allenatore John Slettvoll, partito malamente durante il corso della scorsa stagione quando ha saputo che il club avrebbe puntato nei campionati successivi s...

UMEA - La serie negativa del Lugano non lascia indifferente nessuno, tantomeno il suo ex allenatore John Slettvoll, partito malamente durante il corso della scorsa stagione quando ha saputo che il club avrebbe puntato nei campionati successivi su Kenta Johansson.

John Slettvoll, è al corrente dei risultati del suo ex-club?

Conosco i risultati e non sono buoni.

Qual è il problema?

Vede, a Lugano è sempre stata importante una cosa: ci vuole qualcuno che viva la filosofia e la strategia e che riesca ad affermare questo pensiero. C’è bisogno di un uomo che vada per la sua strada costi quel che costi.

Cosa intende esattamente?

L’anno scorso ho dovuto mandare in tribuna gli stranieri Domenichelli, Robitaille e Pohl perché non avevano partecipato all’allenamento ingiustificatamente e in questo modo avevano agito contro lo spirito di squadra. La partita seguente a Zurigo l’abbiamo vinta con due stranieri. Se avessimo perso il mio posto di lavoro sarebbe stato in pericolo. Ma il mio principio era: le regole valgono per tutti.

Questi giocatori – escluso Pohl (ai Chicago Wolves) – sono ancora parte del problema?

Quando me ne sono andato nel dicembre 2008 il potere è passato a loro. E so che Robitaille o anche Domenichelli non gestiscono in modo giusto questo potere. Così non può andare bene.

Il presidente esige che alcuni giocatori vengano mandati in tribuna.

In questo modo scavalca l’allenatore. Una cosa del genere non si racconta ai giornali ma si comunica internamente. Ed è una questione che riguarda il coach e non il presidente. Non ho mai incontrato un presidente che conosca i dettagli tecnici dell’hockey su ghiaccio.

Ci sono altri problemi?

Fontana ed Eberle, alla guida della commissione tecnica, ora devono prendersi le proprie responsabilità. Johansson era il candidato ideale, io sono stato scartato nonostante i progressi. Ora devono sostenerlo in tutto. Non posso e non voglio valutare il lavoro del tecnico, non è compito mio. Ma deve tornare presto a vincere.

Potrebbe essere un problema di portiere?

Di Aebischer? In nessun caso. David l’anno scorso era molto bravo, perché ora non dovrebbe più esserlo? Senza sostegno ogni portiere è perso.

Foto d’apertura: Keystone/Salvatore di Nolfi
 

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