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Dalla Coppa Europa ai Mondiali: Adriano Petrino vola sull'acqua con il suo Fly Moth

Il 23enne ticinese gira il mondo alimentando la sua grande passione. Atleta e "meccanico": "Gara dopo gara l'imbarcazione va perfezionata per competere sempre ai massimi livelli"
Dalla Coppa Europa ai Mondiali: Adriano Petrino vola sull'acqua con il suo Fly Moth
Il 23enne ticinese gira il mondo alimentando la sua grande passione. Atleta e "meccanico": "Gara dopo gara l'imbarcazione va perfezionata per competere sempre ai massimi livelli"
LUGANO - Velocità, spettacolo e scenari da favola: il 23enne Adriano Petrino gira il mondo alimentando la sua grande passione, la vela e più precisamente il Fly Moth. In compagnia della sua barca monoposto, l’atleta ticinese ormai...

LUGANO - Velocità, spettacolo e scenari da favola: il 23enne Adriano Petrino gira il mondo alimentando la sua grande passione, la vela e più precisamente il Fly Moth. In compagnia della sua barca monoposto, l’atleta ticinese ormai da qualche anno macina chilometri (16'000 solo nella scorsa stagione agonistica) partecipando alla Coppa Europa e agli annuali campionati del mondo con l’ambizione di scalare le classifiche di specialità.

La tua vita è un’avventura, come sei arrivato a praticare questo sport?

“Mi sono avvicinato alla vela all’età di 10 anni grazie al circolo velico di Lugano, poi una volta adulto c’è stato il salto di qualità: mi sono interessato al Fly Moth e sono entrato a far parte del circuito internazionale. Dal 2013 partecipo alla Coppa Europa che prevede gare in Inghilterra, Francia, Germania, Danimarca, Olanda, Svezia, Italia e anche in Svizzera. Grazie ad alcuni sponsor, che ringrazio di cuore, posso contare su un budget sufficiente per far fronte alle spese e mi sono attrezzato con un furgone che è diventato anche la mia dimora nel periodo delle gare… ci sta un letto, una piccola cucina e tutto l’equipaggiamento per le competizioni”.

Non solo atleta, ma anche "meccanico", come funziona la preparazione della barca?

“All’inizio non è stato facile. Ho acquistato “Zaika” (l’imbarcazione, ndr) dall'Inghilterra ed era già settata per poter gareggiare, dopodiché ho dovuto imparare a smontarla e rimontarla alla perfezione, apportando anche le migliorie del caso. Ci sono dei criteri fissi da rispettare (3 metri e 35 di lunghezza, vela da 8 metri quadrati, ndr) ma per il resto ogni barca può essere personalizzata a piacimento. Le modifiche sono repentine, un po’ come nel rally o nella F1: dopo pochi mesi, o addirittura da una gara all’altra, il mezzo può diventare obsoleto”.

Successi e delusioni: sei soddisfatto dei risultati ottenuti?

“Sono una persona ambiziosa ma sono felice di quanto fatto finora. In Coppa Europa ho chiuso al quarto posto nel 2013 e al terzo nel 2014, anche quest’anno sono in corsa per un buon piazzamento. La delusione più grossa, con un finale agrodolce, l’ho vissuta agli scorsi Mondiali in Australia: a causa di un problema tecnico non mi sono qualificato all’atto conclusivo e ho perso la possibilità di lottare con i migliori. Sono stato escluso dalla ‘Gold Fleet Finals’ ma nella categoria ‘Silver’ ho chiuso in prima posizione su 76 concorrenti. Di solito quando le cose iniziano ad andare male è difficile reagire, in quella situazione invece ho saputo risollevarmi e di questo sono molto orgoglioso".

Fino a che età si può praticare il Fly Moth ad alto livello?

"In realtà io sono uno dei più giovani atleti in gara, la media solitamente è superiore ai 30 anni. Personalmente ho già visto anche dei 50enni praticare questo sport a livelli altissimi, in quei casi però serve un allenamento fisico costante e meticoloso".

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

“Sportivamente punto sempre a migliorarmi, voglio fare bene ai Mondiali 2016 in Giappone e poi chissà… un giorno magari partecipare alle olimpiadi. Attualmente il Fly Moth non è disciplina Olimpica, ma nel 2020 potrebbe diventarlo”, ha concluso Adriano Petrino.

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