«Preoccupazioni sulla geoingegneria e modificazione artificiale del clima»

La modifica artificiale del clima: lettera aperta al Consiglio federale di HelvEthica Ticino
BELLINZONA - Basta alzare lo sguardo al cielo per constatare come le scie lasciate dagli aerei si allarghino rapidamente fino a formare un velo biancastro che offusca il cielo azzurro sopra la Svizzera.
Nelle previsioni meteorologiche si sente spesso parlare di "velature", riconoscendo implicitamente l'esistenza di queste formazioni artificiali, senza tuttavia definirne la reale natura. È un fatto riconosciuto a livello internazionale che pratiche come il "cloud seeding" (inseminazione delle nuvole), l'uso di aerosol e, più in generale, la geoingegneria vengano impiegate da decenni in vari Paesi. Il 16 settembre 2025, durante un'audizione ufficiale al Congresso degli Stati Uniti (Washington D.C.), esperti hanno confermato che tali tecniche vengono utilizzate con lo scopo dichiarato di influenzare il clima, ad esempio riflettendo i raggi solari o schiarendo le nuvole per contrastare il riscaldamento globale.
Gli stessi specialisti, tuttavia, hanno messo in guardia contro i rischi incalcolabili di queste operazioni: tra le conseguenze potenziali figurano il danneggiamento dello strato di ozono, le piogge acide, perdite nei raccolti agricoli, nonché effetti climatici imprevedibili, devastanti e potenzialmente irreversibili. La geoingegneria è stata persino paragonata alla ricerca "gain of function" (guadagno di funzione) sui virus, per la combinazione di pericoli elevati e benefici scientificamente incerti.
Negli ultimi anni, anche rappresentanti del Consiglio federale hanno riconosciuto la necessità di affrontare il tema della geoingegneria con trasparenza e regole chiare. In particolare, l'allora Consigliera federale Simonetta Sommaruga, intervenendo nel 2019 alla quarta Assemblea dell'ONU per l'Ambiente (UNEA-4) a Nairobi, sottolineò che la comunità internazionale doveva stabilire una governance globale per evitare sperimentazioni climatiche incontrollate.
La Signora Sommaruga non parlò di un impiego operativo della geoingegneria in Svizzera, ma richiamò l'urgenza di regolamentare tali pratiche e di valutarne gli effetti etici, ambientali e sociali prima di ogni eventuale applicazione.
La sua dichiarazione rappresenta comunque un riconoscimento politico esplicito del fatto che la manipolazione artificiale del clima è un tema reale, già discusso nelle sedi ufficiali internazionali e non più confinato all'ambito teorico o accademico.
Oggi sappiamo persino di alcune agenzie assicurative svizzere che ammettono di procedere all'inseminazione delle nuvole per evitare di assumersi eventuali costi per danni da grandine. Alla luce di tali evidenze e dei precedenti storici — dai programmi militari di modificazione meteorologica negli anni '60 e '70 fino agli attuali interventi civili - chiediamo che la Svizzera faccia piena chiarezza sul proprio ruolo in materia di geoingegneria.
In particolare, chiediamo che:
1. sia reso pubblico l'elenco delle attività di modificazione atmosferica autorizzate o tollerate sul territorio nazionale:
2. vengano analizzati gli effetti ambientali e sanitari derivanti dallo spargimento di sostanze chimiche (come bario, stronzio, ossido d'argento, grafene e altri composti metallici) e si informi ufficialmente la popolazione;
3. si valutino gli effetti della geoingegneria sui cambiamenti climatici e si informi ufficialmente la popolazione;
4. si valuti l'opportunità di interdire l'uso di tali pratiche sul territorio svizzero, seguendo l'esempio di altri Stati che le hanno finalmente sospese.
Inoltre, invitiamo il Consiglio federale a rispondere alle seguenti domande puntuali:
1. Chi autorizza le attività di geoingegneria?
2 Tali attività possono essere intraprese da imprese o privati senza autorizzazione?
3. Chi controlla le attività di geoingegneria che si svolgono nei nostri cieli?
4. Chi risponde di eventuali danni a persone, animali e all'ambiente?
L'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo e il cibo che mangiamo devono tornare a essere liberi da contaminazioni artificiali. La salute pubblica e la tutela dell'ambiente devono prevalere su ogni sperimentazione climatica ad alto rischio.
Il controllo del clima non è più un'ipotesi o una "teoria del complotto": è ormai un fatto documentato e discusso in sedi ufficiali. Le sue conseguenze, tuttavia, restano sconosciute e potenzialmente gravi.




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