Cerca e trova immobili
STATI UNITI

Stevie Wonder: "Il mio avvocato mi ha truffato"

Il legale, morto nel 2011, avrebbe costretto il musicista a firmare una clausola-capestro
Stevie Wonder: "Il mio avvocato mi ha truffato"
Il legale, morto nel 2011, avrebbe costretto il musicista a firmare una clausola-capestro
NEW YORK - L'avvocato Johanan Vigoda, deceduto nel 2011 e legale di Stevie Wonder per decenni, lo avrebbe indotto a firmare a sua insaputa, sfruttando la sua cecità, un contratto con il quale la star si impegnava a pagare parte dei diritt...

NEW YORK - L'avvocato Johanan Vigoda, deceduto nel 2011 e legale di Stevie Wonder per decenni, lo avrebbe indotto a firmare a sua insaputa, sfruttando la sua cecità, un contratto con il quale la star si impegnava a pagare parte dei diritti di autore alla sua famiglia a tempo indeterminato. È quanto sostiene il cantante, il quale ora ha presentato una causa in tribunale. Stevie Wonder, secondo quanto riferiscono i media statunitensi, sostiene che il contratto è stato firmato quando aveva 21 anni e prevedeva che all'avvocato andasse il 6% dei suoi diritti di autore.

Una volta deceduto il legale, però, la stessa percentuale passava a tempo indeterminato alla sua famiglia: una clausola, questa, di cui la star non era a conoscenza. Wonder ha detto di non essersi reso conto che la sua casa discografica ha continuato a pagare i parenti del legale per due anni dalla sua morte, e quando se ne è accorto, ha ordinato di fermarli. Nei documenti presentati in tribunale afferma di essere stato tradito da un uomo di cui si fidava, e chiede al giudice di dichiarare che l'avvocato ha approfittato di un cieco.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE