Un lume di speranza per il pop ticinese

Myriam Leoni, in arte Space Cake, si è aggiudicata oltre 50'000 ascolti su Spotify con il suo EP "Spiriti Liberi".
Myriam Leoni, in arte Space Cake, si è aggiudicata oltre 50'000 ascolti su Spotify con il suo EP "Spiriti Liberi".
NOVAZZANO - Myriam Leoni, in arte Space Cake, è riuscita a distogliere l'attenzione dalla matassa di artisti "non-sense" che girano sul web. Appassionata di musica sin dall'infanzia, si è ritagliata uno spazio di rispetto nel panorama pop ticinese. Il suo primo EP "Spiriti Liberi" - prodotto da Red Knife Studio - si è aggiudicato oltre 50 mila ascolti su Spotify.
Com'è nato l'EP?
«Purtroppo "Spiriti Liberi" è nato da una grande sofferenza: la perdita di mio figlio Joshua. È stato un periodo molto confusionale della mia vita, pieno d'instabilità. Fare musica mi ha sicuramente aiutato a uscire da questo periodo buio. Il disco l'ho fatto soprattutto per lui, è in sua memoria».
Confusione, guai e dolore: sono i temi, tra gli altri, del tuo EP. Le esperienze negative aiutano la creatività? O è la creatività che permette di superare le esperienze negative?
«Quando hai delle emozioni molto forti dentro di te, è quasi innaturale trasformarle in parole. Ma è qui che risiede la forza dell'artista: prendere il proprio vissuto e condividerlo con le persone, così che possano ritrovarsi nel brano e forse chissà, sentirsi comprese in una situazione analoga».
Spegnere il cervello e spendere l’indicibile: come influisce il “fare festa” sulla tua produzione musicale?
«Sono una persona piena di energia. Mi capita spesso d'incontrare persone spente, che mi spengono a loro volta. In quei momenti, l'unica cosa in grado di tirarmi su è di vivere un'avventura».
Amore, ossessione e connessione: la tua vita romantica ha influito sulla tua musica?
«Ho avuto tante delusioni nella mia vita. Ho perso tempo a correre dietro alle persone sbagliate. Molte giocano con i sentimenti altrui. Al momento ho bisogno di fare nuovi incontri e rianimare il mio cuore».
Tecnologia, social media e cellulare: sempre più macchine e sempre meno umani?
«Vero. Mi capita spesso di volere spegnere il telefono e basta, ma al giorno d'oggi non è possibile. La tecnologia sta rovinando i rapporti umani: non ci si parla, non ci si scrive più una lettera. Tutto ciò manca un po' nel mondo».




